“A PARTE ME”: VANESSA KORN E IL CORPO DELLE DONNE

Finisce per quest’anno anche la stagione del Teatro Libero, che si congeda dal suo pubblico con A parte me, un monologo scritto, diretto e interpretato da Vanessa Korn, in scena fino al 23 giugno. Uno spettacolo che affronta con forza e delicatezza il tema del corpo della donna e le pratiche, anche quelle cruente, ad esso legate.

L’intervista video a Vanessa Korn

Un tema delicato trattato con ironia

Un monologo che nasce da una relazione tra una donna e il suo corpo. Vanessa Korn ci offre una riflessione tragicomica sulla natura del nostro corpo e sulla vita che ci troviamo a vivere.

Intervista a Vanessa Korn

“Che ruolo ha il corpo nel tuo monologo?”

Il corpo è il protagonista assoluto. Ed è il protagonista sempre e in generale in teatro. Il teatro ci ricorda che il corpo dovrebbe essere protagonista anche nella vita. Nel mio monologo si parla di un corpo femminile che deve essere educato per la società, che non va mai bene e in cui le donne non si sentono a proprio agio. Quindi in varie culture ci viene raccontato che il nostro corpo va modellato, educato, risucchiato, tagliato, dimagrito e deviato. Sono partita da qui.”

“Perché dici che questo monologo è in realtà un dialogo?”

“E’ un dialogo perché non sono da sola. Un’altra cosa che per fortuna il teatro ci ricorda è che non siamo da soli, nonostante i momentacci che passiamo tutti quanti. E’ un dialogo con le mie paure, con la cultura intorno, con le voci degli altri che ci dicono come dobbiamo essere. E’ un dialogo con le fiabe che abbiamo ascoltato da bambini e che ci risuonano quasi come una specie di maledizione in alcuni casi o speranze in altri. Ed è un dialogo con i desideri del futuro, soprattutto con quello di stare bene.”

“Quali sono le storie di donne che racconti?”

Racconto delle storie di donne molto lontane da me, che hanno subito o subiscono tuttora dei trattamenti molto cruenti. Arrivo a parlare delle ragazze che ancora nel mondo subiscono le mutilazioni genitali femminili, fino a spaziare su racconti quotidiani di donne vicine a me e racconti miei di desideri o vita quotidiana, o problemucci e scaramucce qualsiasi, ovviamente con ironia.”

“Qual è la terza voce che si aggiunge durante lo spettacolo?”

“E’ una voce profonda, quella che ogni tanto gorgoglia nella pancia e che tante volte facciamo finta di non ascoltare, ma che in realtà si fa sentire e che dice di non stare bene. E’ una voce che secondo me accomuna tutti gli esseri umani ed è la voce di chi vuole vivere.”

  • Intervista video di Andrea Simone