“CON UN’ACCETTA PIANTATA NEL CERVELLO”: UN NOIR COMICO

Un omicidio efferato

E’ la storia di un uomo dalla vita apparentemente irreprensibile, ma in realtà piena di lati oscuri, movimentata e per niente monotona, quella che Giorgio Ganzerli porta in scena al Teatro Verdi di Milano il 27 e il 28 marzo. Con un’accetta piantata nel cervello, primo di tre appuntamenti di una trilogia noir,  ci parla dell’avvocato Sergio Gironi e del suo efferato assassinio.  Quelle che per l’ispettore Mariani si presentano inizialmente come indagini facili si rivelano in realtà complicate e piene di colpi di scena.

Intervista a Giorgio Ganzerli

“Oltre che un attore e un regista lei è uno stimato autore di teatro, cinema e tv. Da che cosa nasce la sua passione per il noir?”

Dal fatto di averne letti e di leggerne tanti. Il noir mi piace soprattutto per il fatto che può anche presentare un lato comico nascosto non fine a se stesso, ma fatto di situazioni.

“C’è qualche scrittore di gialli che ha contribuito particolarmente alla sua formazione o basta leggere i giornali tutti i giorni per prendere ispirazione?”

I giornali e la vita reale aiutano molto e forniscono spunti meravigliosi. Per quanto riguarda gli scrittori, Raymond Chandler è uno dei massimi esponenti del noir, come lo è Georges SimenonUltimamente seguo molto Tom Winslow, anche se lui è più un autore di gialli e romanzi thriller. Anche James Ellroy, che ha scritto “American Taboid” e “L.A. Confidential” presenta ottimi tratti noir. Però non cerco affatto  di copiare questi mostri sacri.

“Parliamo dello spettacolo. Senza svelare troppo, perché anche la vita privata dell’ispettore dovrà pagare un prezzo?”

Perché a un certo punto delle indagini conoscerà una sospettata in modo un po’ più approfondito e la situazione si complicherà notevolmente.

“Già il titolo è un pugno nello stomaco. Lo consiglia anche agli spettatori più facilmente impressionabili?”

Assolutamente sì, perché è uno spettacolo comico, in salsa italiana. Lo potremmo definire un noir “de noantri” o “all’amatriciana”. Intendo dire che se nei noir classici l’ispettore è circondato da donne fatali, qui la situazione è un po’ diversa. Io do molto spazio alla vita dei personaggi che l’ispettore incontra durante le indagini. Quello che mi preme di più è far risaltare la bizzarria di persone che si ritengono normali. Ciò che è strano e bizzarro, oltre a essere vitale, è anche divertente. Il mio intento è far capire, senza dirlo, che la normalità è noiosa, ma soprattutto non esiste.