“AILOVIÙ, SEI PERFETTO ADESSO CAMBIA”: LA PAROLA AL REGISTA

Ailoviù, sei perfetto adesso cambia è un musical da camera in scena al Teatro Delfino di Milano dal 13 al 16 dicembre. Con i testi di Joe di Pietro e le musiche di Jimmy Roberts, lo spettacolo è diretto da Vito Molinari e vede protagonisti Marisa Della Pasqua, Francesca Taverni, Luca Sandri e Roberto Recchia, accompagnati da Gianluca Sambataro che si alterna al pianoforte con Giacomo Ferrari. Al violino troviamo invece Domenico Cutrì.

Una scena del musical

I quattro protagonisti  mostrano allo spettatore tutti i lati del rapporto uomo-donna: i primi incontri, gli insuccessi, i dubbi, il sesso, il matrimonio, i figli, la noia, la maturità, la vedovanza e, perchè no, un nuovo incontro destinato a portare un’evoluzione di equilibri solo apparentemente solidi.

Quattro domande a Vito Molinari

“Quanti elementi ci sono in questo spettacolo sul rapporto di coppia che molti non hanno il coraggio di ammettere?”

“Ci sono tutti, sia quelli positivi che negativi. La forza di questo musical sta nel fatto che chiunque lo venga a vedere si ritrova in qualche quadro dello spettacolo: o negli incontri dei primi appuntamenti  o nelle prime delusioni, oppure nei matrimoni, anche in quelli che vanno a rotoli. Ci si ritrova tutti. Quindi è anche motivo di discussione e di chiacchierio tra gli spettatori.”

“E’ giusto dire che siamo portati solo ed esclusivamente a cambiare il carattere del nostro o della nostra partner perché spesso li idealizziamo troppo?”

Certo. In realtà noi vorremmo che fossero come noi. Gli uomini si guardano allo specchio e desidererebbero ritrovare il proprio io femminile, le donne quello maschile. E’ una fissazione. Non riusciamo a capire che nell’universo non esiste una persona perfettamente uguale a un’altra. Bisogna compenetrarsi con vantaggi, pregi e difetti dell’altra persona.”

“Quindi c’è un’indagine psicologica piuttosto approfondita. Intendete rilanciare la rivista musicale?”

“Sì. Negli Usa è in cartellone da 20 anni. E’ uno dei primi musical da camera, con attori e cantanti ma senza ballerini e lustrini. Quindi non si tratta né di una rivista alla Wanda Osiris né di un musical di Webber dove si canta e basta. In ‘Ailoviù’ si balla un po’, ma soprattutto si recita e si canta. Dunque è una via di mezzo tra la vecchia rivista e il nuovissimo musical. Il genere del musical da camera è poco conosciuto in Italia. Ognuno dei quattro attori, due uomini e due donne, interpreta almeno 15 personaggi. “

“Il pregio di questo spettacolo è quello di far ridere e riflettere contemporaneamente?”

“Sì, come dovrebbe fare sempre il teatro. Una frase di Molière affermava che a teatro si deve ridere e portarsi la risata in testa. Poi vai a casa, ci ripensi, e ti accorgi che le cose che ti hanno fatto ridere sono serie. L’apice della comicità è la tragedia. Tutto quello che fa ridere, se lo fa nel modo giusto, porta alla risata perché sotto sotto sotto c’è qualcosa di amaro e di tragico. I più grandi comici dicevano che gli spettacoli più divertenti sono i funerali!”

(intervista e riprese video di Andrea Simone)