
L’amore ai tempi di Calvino
Tra il 1953 e il 1967, Italo Calvino scrisse una serie di racconti che poi riunì in un’unica raccolta intitolata Gli amori difficili. Oggi quei racconti prendono vita sul palcoscenico del Teatro Out Off di Milano fino al 9 aprile in uno spettacolo dallo stesso titolo. Una pièce diretta da Lorenzo Loris, con Gigio Alberti (uno degli attori di Mediterraneo di Gabriele Salvatores, che nel 1992 vinse l’Oscar come miglior film straniero), Monica Bonomi, Nicola Ciammarughi e la partecipazione di Gemma Pedrini. Lo spettacolo verrà replicato dal 18 al 30 aprile sempre al Teatro Out Off.
Difficoltà e solitudine
L’argomento comune a tutte le “avventure”, come le chiama il grande autore, è la difficoltà dell’amore e l’impossibilità di superare la propria solitudine . Una cosa che succede molto spesso quando si tenta di raggiungere la persona amata. Alla base di questi racconti ci sono stati d’animo, movimenti interiori, itinerari verso il silenzio. I personaggi spesso risultano buffi, paradossali e molto divertenti, ma anche sconcertanti e soprattutto profondamente umani. “Tutti”, per Calvino, “siamo destinati agli amori difficili…”
La parola a Gigio Alberti
“Grazie a che cosa sei entrato subito in empatia con i testi di Calvino e quali sono invece le difficoltà che ha incontrato, nel caso ce ne siano state?”
E’ un’empatia di lunga data perché Calvino è una mia passione adolescenziale. Ho letto tutto quello che ha scritto. Era tanto tempo che non lo rileggevo più, eccezion fatta per “Le Cosmicomiche”, che riprendo ogni 2-3 anni perché mi divertono tantissimo. La sintonia è immediata, perché è un tipo di scrittura così precisa e ironica che la sento molto vicina a me. Le difficoltà sono invece nate dal fatto che portiamo in scena racconti e non pièce teatrali, che si sviluppano andando a seguire i meccanismi mentali dei personaggi. Calvino li segue come se fossero un diagramma scientifico. Di conseguenza le azioni della mente sono molto più veloci di quelle dei corpi. Non è stato facile mettere all’interno del proprio corpo un racconto così cerebrale.
“Perché l’opera di Calvino può esserci d’aiuto per conoscere meglio la vita di tutti i giorni?”
Perché presenta uno sguardo straordinario sulla vita delle persone più semplici. Leggendolo, l’impressione è quella di essere a una fermata del tram, alle spalle di un gruppo di persone. Calvino le prende, le segue, entra nella loro testa e riesce a farti vivere i piccoli drammi della gente comune.
“In che cosa sta la magia della leggerezza di Calvino nel parlare dell’amore?”
Nel fatto di dire cose pesantissime in maniera assolutamente leggera e ironica. I suoi sono tutti personaggi molto candidi. Pur essendo contorti, hanno una trasparenza di base che li rende immediatamente empatici. Il lettore e lo spettatore provano immediatamente simpatia per loro.
“Perché sono così difficili, come dice il titolo, gli amori di questi racconti?”
Perché l’amore è una meta e come tutte le mete è immobile. La vita, invece, è in continuo movimento. L’uomo va costantemente all’inseguimento dell’amore e quando lo trova non è mai come si era immaginato che fosse. Quindi rappresenta sempre una delusione, proprio perché nella sua mente l’aveva costruito in modo diverso. Basta niente per farci cambiare atteggiamento. E’ più importante il viaggio che la destinazione. La vita pulsa e smette di pulsare quando raggiunge la meta.
(intervista e riprese video di Andrea Simone)