E’ un grande classico di fama mondiale quello che torna ai Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti di Milano martedì 15 giugno. I monologhi della vagina è un successo planetario che ha rotto il silenzio sulla violenza contro le donne. Da più di 20 anni è un punto di riferimento fondamentale nella lotta quotidiana del genere femminile. Un testo nato da 200 interviste che l’autrice Eve Ensler ha realizzato con donne di etnie, età, professioni e classi sociali diverse. In quest’occasione vedremo sul palco Alessandra Faiella, Silvia Giulia Mendola, Eva Riccobono, Marina Rocco, Lucia Vasini e Roberta Lidia De Stefano. La traduzione è firmata da Monica Capuani mentre la regia è di Emanuela Giordano.
A tu per tu con Alessandra Faiella
Siamo di fronte davvero a un grande classico conosciuto in tutto il mondo. Si ride ma si riflette anche tanto, giusto?
Assolutamente sì. E’ un testo portato in Italia nel 2001, quindi non recentissimo ma nemmeno antichissimo. Lo scenario che offre sulla questione femminile e sulla condizione della donna – ne parlavamo proprio con il gruppo di attrici e con la regista Emanuela Giordano – è abbastanza desolante. Ed è desolante vedere che non è cambiato nulla, anzi la nostra sensazione è che le cose siano addirittura un po’ peggiorate.
Dopo i mille episodi quotidiani che sentiamo nei telegiornali ogni giorno – come quello di Saman, la ragazza uccisa a Novellara – la cosa bella di questo testo è che non affronta le problematiche femminili da un punto di vista vittimistico. Le affronta invece con una visione estremamente interessante: quella cioè della valorizzazione del femminile, dell’essere donna di cui la sessualità femminile è un elemento fondamentale e simbolico. Chiaramente tutti questi monologhi partono dalla vagina, dall’organo femminile, che per estensione diventa un mondo che non si capisce perché sia così difficile da rispettare. Questo è il messaggio che noi abbiamo letto con molta forza.
Vuoi anticiparci qualcosa di quello che farai in scena?
Lo spettacolo nasce sostanzialmente come un reading e mantiene anche nella versione italiana questo approccio. Ha una sorta di espressione e visione collettiva su vari temi che il testo racconta. In realtà, originariamente sono tutte interviste che Eve Ensler ha trascritto e trasformato da un punto di vista letterario e che poi ha messo in scena. Come sapete, il testo ha una lunga storia. Lo hanno fatto attrici famosissime negli Stati Uniti, poi è stato portato qui in Italia con attrici importanti come Lucia Vasini e Lella Costa.
La cosa molto bella è quindi che è una sorta di coro, di visione corale dove ci sono degli elementi di gruppo per cui ci si passa la battuta tutte insieme e altri momenti invece in cui ognuna ha dei monologhi, dove sostanzialmente interpreta dei personaggi che Eve Ensler ha intervistato a suo tempo. Questo è un po’ lo schema, molto semplice ma molto forte.
Qual è la storia che ti ha colpito di più?
Tutte! Sono tutte estremamente belle perché alcune sono anche un po’ drammatiche, però a prevalere è la gioia di essere donna. E’ come se Eve Ensler avesse voluto trasmettere questo messaggio. Se questa gioia riuscisse a contagiare tutto il mondo – uomini e donne -, le donne non avrebbero più paura del proprio sesso e non proverebbero più angoscia e tabù legati ad esso. Anche per gli uomini sarebbe finalmente la stessa cosa, anche per quelli che soffrono non sappiamo bene se per paura, angoscia o problemi ancestrali.
Accade qualcosa di estremamente positivo, grazie a quest’elemento gioioso e magico perché attraverso la vagina passa la vita, prima, dopo e durante. Non so se questa cosa generi angoscia. Dovrebbe invece generare gioia, è quello che secondo me I monologhi della vagina vogliono trasmettere. I pezzi sono tutti belli. Ce n’è uno che fa Lucia Vasini su una donna di una certa età che viene spinta da Eve Ensler a parlare di un evento che riguarda la propria sessualità. Lei non parla del sesso in generale, ma del suo, ed è veramente commovente, straziante e bellissimo.
Come mai questo testo di Eve Ensler secondo te è considerato così impattante e ha avuto questo successo planetario?
Perché è straordinario. Perché per la prima volta si parla di quest’argomento con franchezza, in modo totalmente diretto, senza giri di parole, ma inizia proprio con la parole “vagina” detta in coro da tutte. Viene detto e ridetto, ma la sua importanza e il suo successo sono dovuti al fatto che le donne parlano davvero. Non è un testo letterario inventato, ma è un copione in cui le donne hanno parlato di sé e sono venute fuori delle cose pazzesche: siamo nel 2021 e le cronache ci dicono che una donna non può scegliere chi vuole sposare e che se una donna abbandona un uomo, viene ammazzata.
Secondo me, siccome l’attualità è ancora così gravida di problematiche, questo testo che riporta in primo piano la donna, la sessualità femminile e il sesso femminile, è dirompente, perché ci offre degli spaccati di vita vera e una visione, che secondo me può essere quella di non avere paura: è solo gioia e amore! Quindi perché la violenza? Le donne dei monologhi però non parlano quasi mai di violenza. Si parla anche di fatti drammatici, ma ripeto: la cosa fondamentale è la forza femminile, bellissima e prorompente. Per forza lo spettacolo ha avuto successo in tutto il mondo. Non era possibile diversamente.
- Foto del sito del alessandrafaiella.com