Rayhana è lo pseudonimo di un’autrice algerina. Non è esattamente un nome d’arte, la scrittrice ha dovuto assumere uno pseudonimo se voleva poter continuare a scrivere ciò che scrive e a pensare ciò che pensa. Anche nell’avanzata e libera Francia. Sì, perché Rayhana vive e lavora in Francia, ora. Ed è in Francia che mentre si recava a teatro è stata aggredita da un gruppo di integralisti islamici. Il perché è insito nel suo meraviglioso testo Alla mia età mi nascondo ancora per fumare, che il Teatro Atir Ringhiera porta in scena al Teatro Carcano di Milano dal 15 al 25 novembre. La regia è di Serena Sinigaglia e ne sono protagoniste Matilde Facheris, Carla Manzon, Annagaia Marchioro, Irene Serini, Marcela Serli, Giorgia Senesi, Chiara Stoppa e Sandra Zoccolan.
Quattro domande a Serena Sinigaglia
“Perché questo testo ha suscitato le ire degli integralisti islamici?”
“Perché fa due operazioni insopportabili per qualsiasi tipo di integralismo, quindi anche quello islamico: ironizza dall’interno sulle strutture della propria società e dà voce agli ultimi, in particolare alle donne. Queste due cose sono un mix insostenibile per qualsiasi integralista.”
“Qual è la storia che viene raccontata?”
“E’ la storia di un gruppo di donne che sono in un hammam nel giorno delle donne ad Algeri e per una fatalità, al mattino presto, una ragazzina di 16 anni si rifugia dalla capo massaggiatrice dell’hammam perché è incinta e perché sta partorendo. Ha paura del fratello che è tornato dalla Francia integralista e che la vuole uccidere perché il bimbo non è nato all’interno del disegno matrimoniale della famiglia. Da qui le donne si barricano dentro all’hammam per difendersi dal fratello e da tutti gli uomini integralisti che cercano di assaltare l’hammam per prendere la ragazza e fargliela pagare. C’è un finale che non dico ma le donne solidarizzano, lottano perché gli uomini non raggiungano il loro obiettivo e poi succede una cosa per cui vale la pena di venire a vedere lo spettacolo.”
“Che tipo di rapporto si crea fra le donne protagoniste dello spettacolo?”
“Si crea un rapporto di forte solidarietà, nonostante ognuna sia diversa dalle altre per età e per credo religioso e politico. Queste donne empatizzano e solidarizzano. Questa è una forza straordinaria. All’interno di questa compagine di donne che empatizzano ce n’è una che a sua volta è un’integralista e lei a sua volta rappresenta il contrappunto e il conflitto più forte e più profondo tra la stragrande maggioranza della società araba di cui parla Rayana, che è evoluta e non ha nulla da invidiare a noi, e queste falangi estreme che la distruggono.”
“Che cosa accomuna tutti i personaggi?”
“Le accomuna una grande sofferenza e un grande desiderio di misurare la propria vita e la vita sociale. Poi c’è una grande voglia di libertà e di equità. Infine un grande amore per la vita.”