Mia Martini è una delle voci femminili più belle e potenti della musica italiana, con una fortissima intensità espressiva: “Una voce con il sangue, con la carne”. Tre attrici-cantanti cercano di restituirne la grandezza e la fragilità, con un racconto variegato in musica e parole.
Almeno tu nell’universo è uno spettacolo dedicato a una delle più grandi cantanti della musica italiana, scomparsa nel 1995. In scena al Teatro Manzoni di Milano il 22 novembre, vede protagoniste Matilde Facheris, Virginia Zini e Sandra Zoccolan. Al pianoforte troviamo Mell Morcone, anche autore degli arrangiamenti musicali.
A tu per tu con Matilde Facheris, Virginia Zini, Sandra Zoccolan e Mell Morcone
Facendo un rapporto in percentuale, qual è lo spazio dedicato alla musica e quale quello dedicato alla prosa, cioè alle canzoni e alle parole?
Matilde Facheris: In realtà i brani fanno parte della drammaturgia dello spettacolo, del testo e della narrazione. Non sono solo brani musicali. Li abbiamo inseriti apposta nel racconto della sua vita personale e della sua carriera artistica. Per rispondere alla tua domanda, direi 50% e 50%.
Partendo dal presupposto che un aspetto condiziona reciprocamente anche gli altri, vi concentrate solo sull’arte di Mia Martini o anche sulla sua persona, sulla sua forza e sulla sua fragilità?
Virginia Zini: Partiamo dalla sua vita e ne raccontiamo gli aspetti che non vengono quasi mai trattati: Mia Martini non era una “musona”, ma una donna sorridente e solare. Nonostante le difficoltà della propria vita, si è sempre rialzata. Avremmo tanto voluto intitolare lo spettacolo “Per aspera ad astra”, che in latino significa “dalle difficoltà fino alle stelle”. Ha sicuramente avuto una vita di alti e bassi, ma spesso la sua immagine viene associata a una cupezza che noi invece abbiamo avuto completamente eludere.
Trovano spazio anche due figure importantissime nella sua esistenza, ovvero quelle della sorella Loredana Berté e di Renato Zero?
Sandra Zoccolan: Visto che partiamo dalla vita di Mia Martini, parliamo anche delle sue sorelle e ovviamente di Loredana Berté in particolar modo. C’è infatti una scena divertente rappresentata dalle mie colleghe durante la quale io in disparte rido sempre e in cui si vede proprio il gioco d’amore e odio fraterno. Per quanto riguarda Renato Zero, invece, lo citiamo, ma non viene fuori tantissimo.
Quanto aveva ancora da dare Mia Martini alla musica italiana?
Mell Morcone: Tanto, perché se penso a tutta la sua opera, a come è riuscita a interpretare e rinnovare il canto della musica pop leggera, ci si poteva aspettare che dedicasse ancora molto tempo alla canzone italiana e che tirasse fuori nuovi modi di interpretare sempre in maniera inaspettata le sue canzoni, scritte peraltro da grandi autori: Ivano Fossati, Bruno Lauzi e Franco Califano. Ovviamente lei è unica per stile e carattere. Con la propria sensibilità ha reso irripetibile e molto personale ogni pezzo. Mi spiace veramente che a un certo punto ci abbia lasciati. Però da lassù ci illumina. Almeno noi la pensiamo così.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringraziano Manola Sansalone e Maurizia Leonelli per il supporto professionale