Tommaso Amadio, “A casa allo zoo”

A casa allo zoo è uno spettacolo composto di due atti unici, Vita Casalinga e La storia dello Zoo, messi in dialogo da Edward Albee a distanza di quasi cinquant’anni uno dall’altro. Diretto da Bruno Fornasari, è in scena al Teatro Filodrammatici di Milano fino al 29 gennaio e contempla nel cast Tommaso Amadio, Valeria Perdonò e Michele Radice.

La vita dei tre protagonisti viene sconvolta in un tranquillo pomeriggio d’estate. Peter, felicemente sposato con Ann, è improvvisamente sommerso dal diluvio d’insoddisfazione che lei gli palesa con ironia disarmante. Per riprendersi scappa al parco, dove a investirlo è il feroce sarcasmo di Jerry, un estraneo con la misteriosa mania di passare ore allo zoo.

La parola a Tommaso Amadio

Qual è l’aspetto che ti piace di più del tuo personaggio?

Il suo desiderio di comunicare e di entrare in contatto con gli altri tramite il suo modo assolutamente sopra le righe e disagiato per altri. Questo atteggiamento si tramuta in aspetti commoventi e in momenti comici.

Che tipo di lavoro avete fatto con Bruno Fornasari rispetto al testo di Edward Albee?

La parte più complessa del nostro lavoro si è concentrata sul fatto di non caratterizzare il mio ruolo di una vena patetica. E’ molto facile, nel momento in cui si inizia a lavorare su un personaggio border line rispetto a quello che racconta, dargli un’impronta di pietismo e patetismo, che invece di avvicinare al racconto rischia di far etichettare immediatamente il ruolo.

Siamo quindi di fronte a uno spettacolo in cui il disagio dei protagonisti viene rappresentato con humour nero e profondità?

Esattamente, come la scrittura di Edward Albee. Ci si rende conto della grandezza dell’autore, perché la sua capacità di scandagliare le relazioni si esalta sul palcoscenico. Quando si legge il copione, si intuiscono cose che esplodono sulla scena. Questo è il bello dei grandi autori: non ti spiegano tutto attraverso le parole, ma lasciano che le parole siano un aspetto della relazione, come nella vita. Si riesce così anche a leggere tra le righe. Questo permette agli interpreti e al regista di fare un lavoro molto approfondito.

  • Foto di Laila Pozzo e Salvatore Pastore
  • Si ringrazia Anna Defrancesco