Tommaso Amadio, “La prova”

Torna La prova, commedia amara scritta sull’onda del movimento #metoo. Fede dirige con l’amico Edo un’agenzia di comunicazione e Tina è la creativa chiamata nel fare la differenza nell’ideare uno spot contro la discriminazione femminile. Ma Tina non vuole accettare perché Fede nel presentarle il progetto ha avuto un comportamento sgradevole: le ha accarezzato la spalla nuda, non l’altra coperta dalla manica del vestito, e le ha dato una sensazione inquietante. Quella carezza prova che Fede potrebbe essere un predatore?

Immagini del canale Youtube “Teatro Filodrammatici”

La prova è in scena al Teatro Filodrammatici di Milano dal 16 al 26 marzo. Scritto e diretto da Bruno Fornasari, lo spettacolo vede protagonisti Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Marta Belloni e Orsetta Borghero.

A tu per tu con Tommaso Amadio

Quanto è uno spettacolo di denuncia questo rispetto a quanto accaduto con i fatti del #metoo?

E’ uno spettacolo che non affronta il #metoo in modo diretto. Utilizzerei un’immagine che ha utilizzato Bruno Fornasari: il #metoo ha alzato un grande polverone. Come tutte le situazioni dove si alzano grandi scandali e quindi si alza questa metafora della polvere, si vede poco. Il desiderio era che una volta che la polvere si era di nuovo riappoggiata a terra si potesse guardare il fatto con un po’ più di lucidità, cercando di vedere gli aspetti contradditori di questo fenomeno.

Come si confondono le opinioni con le verità assolute?

Quando partiamo dal presupposto di avere tutti gli elementi per giudicare una situazione anche nel momento in cui essa non ci è prossima. Quello che noi facciamo è cercare inevitabilmente un colpevole e una situazione che più che rispecchiare i fatti ci tranquillizzi. La sensazione che ho sempre di più è che abbiamo bisogno di essere tranquillizzati dalle cose e ovviamente una risposta immediata e univoca prima che dirci qualcosa della verità fa una cosa molto più importante: ci rassicura.

Parlate anche dei giochi di ruolo tra uomini e donne?

Sì, parliamo delle dinamiche tipiche all’interno di una relazione tra uomo e donna, ma dove può esserci in un caso una figura femminile dominante all’interno di una coppia come in un altro caso può esserci una figura dominante maschile all’interno della coppia. Non è così immediato. Basta osservare la realtà per dedurre maschio = predatore, donna = predata. Abbiamo svariati casi che ci mostrano come queste due cose si alternano anche all’interno di una stessa coppia intesa come coppia non per forza affettiva ma anche lavorativa. Ritengo che il #metoo sia stato e sia un importantissimo fenomeno. Come sempre, la questione è per noi quella di porsi delle domande per riuscire a migliorare ulteriormente e capire se effettivamente l’uomo è relegato al ruolo di predatore e la donna a quello di preda. Ci sembra un po’ una divisione manichea.

In che modo questo spettacolo può avere uno sguardo satirico?

E’ la cifra con cui generalmente ci approcciamo sempre alla realtà: cercare di far ridere e nel frattempo dare qualche calcio nella pancia, nel senso che le situazioni immaginate cercano il più possibile di mettere scomodo lo spettatore. Quindi da fuori viene inevitabilmente da ridere, ma è un riso che continua a mettere un po’ a disagio, perché ovviamente si sta ridendo di situazioni che spesso parlano anche di noi e che quindi creano una sorta di specchio.

  • Intervista di Andrea Simone
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  • Si ringrazia Anna Defrancesco Gatti