Dal 13 al 30 ottobre torna uno dei grandi successi del Teatro Filodrammatici: N.E.R.D.S – Sintomi ci racconta la storia di una famiglia riunita per festeggiare le nozze dei genitori. Un giorno in cui tutto dovrebbe essere idilliaco, perfetto e celebrare l’affetto di una famiglia si trasforma in un’occasione per far esplodere conflitti e rancori fino a quel momento rimasti inesplosi e sottaciuti.
Lo spettacolo, scritto e diretto da Bruno Fornasari, vede protagonisti Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Riccardo Buffonini e Umberto Terruso.
Quattro domande a Tommaso Amadio
Siamo di fronte a uno spettacolo in cui uno dei temi dominanti è l’ipocrisia?
Assolutamente sì. L’aspetto interessante è che non viene giudicata, ma osservata nelle sue dinamiche. A volte nasce perché non vogliamo far soffrire le persone a cui vogliamo bene, perché invece di affrontare i problemi ci viene più facile nasconderli sotto una coltre di finzioni e quindi di ipocrisie.
La famiglia che voi presentate vuole essere il microcosmo rappresentativo di una società più ampia?
Sì. La famiglia è sempre la cellula base da cui parte la società. Questo è un nucleo familiari con dei tratti caratteristici della nostra società: la nevrosi, il fatto che invece di occuparci di un problema ce ne liberiamo spesso e che quel bruciorino di stomaco di cui parla il titolo nasce dalla nostra incapacità di ascoltare noi stessi e dunque anche gli altri.
C’è un po’ una strizzata d’occhio a “Parenti serpenti”, il celebre film di Mario Monicelli?
Lo spettacolo è inscritto di sicuro nello stesso filone, ma lo tratta ovviamente con modalità diverse, soprattutto dal punto di vista del linguaggio. In scena siamo quattro uomini che interpretano tutte le parti, proprio perché le pièce vuole giocare con il codice teatrale e la dimensione performativa che questo offre come possibilità. Dallo sdoppiamento dei nostri ruoli deriva il fatto che le responsabilità, i difetti e le colpe di cui accusiamo gli altri sono spesso i nostri. Shakespeare diceva una frase celebre: “Quando un personaggio critica qualcuno, sta dicendo molto più di sé che dell’altro”.
Come spieghi il successo meritatissimo di questa vostra commedia?
Quest’anno c’è gente che torna a vedere lo spettacolo per la quarta o quinta volta. Una ragazza mi ha addirittura detto che i suoi genitori, dopo che lei gli ha parlato così tanto di “N.E.R.D.S.”, hanno deciso di venire apposta dalla Toscana per vederlo. Ha poi aggiunto che è come se i testi di Fornasari parlassero al suo inconscio. E’ stata una bella “recensione”.
Quando uno spettacolo funziona, una parte del buon riscontro è frutto della volontà del drammaturgo e della costruzione del team creativo. Poi c’è però un’altra parte importantissima che esplode nella testa degli spettatori. Noi mettiamo a nudo tutte le storture della famiglia, ma lo facciamo anche con un approccio affettivo. Come se fossimo degli entomologi, osserviamo degli animali che cercano il loro lato migliore dentro un habitat. Forse però, questo “meglio” non lo è per gli altri. Credo dunque che in quest’ottica si crei una sorta di magia.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Anna Defrancesco per la collaborazione
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