TOMMASO AMADIO, “VIEUX CARRÉ”

Nel quartiere di Vieux Carré uno scrittore fa ritorno nella pensione dove ha trascorso un periodo della sua gioventù. In questo luogo prendono vita i ricordi dei giorni in cui muoveva i primi passi nel mondo della scrittura, in una continua oscillazione tra il senso di solitudine e la fatica di accettare la propria omosessualità.

Vieux Carré è in scena al Teatro Filodrammatici di Milano fino al 24 ottobre. Scritto da Tennessee Williams, lo spettacolo è diretto da Arturo Cirillo e vede protagonisti Jacopo AdoliniGabriele CasablancaMassimo Bernardo DolciFederica DominoniDiego FinazziPietro GambacortaValeria Lo VersoMarica PaceRocco PetrilloMatteo PisuNizam PompeoSarah ShortCarolina TomassiMarta Tozzi.

Quattro domande al direttore artistico del Teatro Filodrammatici Tommaso Amadio

Perché lo scrittore protagonista dello spettacolo fa così fatica ad accettare la propria omosessualità?

Ci troviamo in un’America che ancora oggi fa fatica ad accettare una diversità e come tale l’unico modo è allontanarsi anche dai propri aspetti familiari per poi trovare una propria dimensione.

E’ una vicenda autobiografica?

Sì assolutamente, è una vicenda che mette insieme alcuni aspetti della vita di Tennessee Williams. E’ il testo a cui a più riprese lui ha più lavorato nel tempo. Vieux Carré era uno dei posti dove lui da giovane era andato e dove si trova, tramite la fantasia, a ritornare.

In che modo potrebbero riscattarsi i personaggi dello spettacolo?

Io non credo che esista un’idea di riscatto. La cosa bella di Tennessee Williams è che continua a fotografare il desiderio degli uomini di trovare un orizzonte di senso nella propria vita. E’ ovvio che quello che fa Tennessee Williams è fotografare spesso un’umanità alla deriva o che si è ritrovata a fare scelte che poi, riviste a posteriori, sarebbero state diverse. Però credo che questa sia la dimensione dell’esistere, dell’umano, nel senso che più che un desiderio di riscatto c’è un desiderio di ritagliarsi una piccola fetta di felicità.

Quali sono i drammi dei singoli individui?

Passiamo dalla solitudine di alcuni personaggi femminili alla condizione ambigua di personaggi che si trovano a fare i lavori più disparati come i marchettari. Tennessee Williams riesce ogni volta a fotografarne gli aspetti di fragilità e di umanità. Passiamo da personaggi nati in una certa estrazione sociale che poi, per fatti diversi della vita, si sono trovati di colpo in povertà. La cosa bella è che per quanto il testo fa riferimento a un’epoca diversa dalla nostra, questa distanza mi crea in realtà un’estrema vicinanza all’oggi. Ci permette infatti di guardare quelle che sono le trasformazioni mantenendo però le problematiche, i temi che di fatto attanagliano e caratterizzano la nostra società 50 anni fa come oggi.

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  • Intervista di Andrea Simone
  • Foto in evidenza di Laila Pozzo
  • Si ringrazia Antonietta Magli per la collaborazione