Tommaso Amadio torna a calcare le scene del “suo” teatro. Il giovane e brillante regista e attore, nonché uno dei due direttori del Teatro Filodrammatici insieme a Bruno Fornasari, è in scena con “Il turista”. Lo spettacolo, scritto e diretto da Fornasari, lo vede impegnato fino al 28 maggio con Annagaia Marchioro e Federico Manfredi. Una ripresa e un successo consolidato di una pièce già proposta l’anno scorso e che chiude la stagione 2016-2017 dello storico teatro milanese.
Un mistero intricato
Ci troviamo di fronte a una tragicommedia. Gimmi decide di staccare la spina e prendersi un periodo di vacanza in un luogo isolato e molto suggestivo. Dopo aver affittato una casa su Airbnb, stringe amicizia con i proprietari, Pit e Lia. I due sono una coppia che ha deciso di affittare una stanza dopo la morte della vecchia zia. Una sera Gimmi e Pit, dopo aver alzato un po’ il gomito al bar, investono un extracomunitario e scappano. Al volante c’era Pit e forse non è stato un incidente. Lia, inoltre, sembra fin troppo contenta di avere un ospite per casa. E’ felice quasi a livelli morbosi. Ma l’interrogativo più inquietante è : la vecchia zia è morta di morte naturale?
La parola a Tommaso Amadio
“Dov’è ambientata quest’originalissima storia?”
Nella provincia veneta, in una casa di campagna. Però non si tratta di un luogo definito con precisione. Nonostante l’ambientazione assolutamente italiana, speriamo che la storia prenda dei risvolti il più possibile internazionali, perché va a toccare paure contemporanee. A giudicare dalle repliche dell’anno scorso, di cui siamo molto soddisfatti, direi che la nostra è una speranza realizzata.
“A proposito di risvolti, mi sembra di capire che quelli psicologici siano preponderanti, perché i protagonisti sono in realtà molto diversi dall’apparenza”.
Sì, lo spettacolo cerca di scandagliare il rapporto che noi abbiamo con le nostre paure. Oggi è molto più difficile individuarle. Spesso, nella nostra incapacità di identificare quale sia la vera paura che ci crea ansia, tendiamo a trovarne altre sulle quali magari sfoghiamo la nostra preoccupazione. Però non si tratta dei veri timori, profondi e radicali, che influenzano il nostro comportamento.
“Immagino che ci sia un colpo di scena dietro l’altro, è così?”
Esatto. Infatti è sempre molto difficile parlare dello spettacolo. Il rischio è quello di rivelare troppo e di anticipare degli elementi. Non voglio né togliere suspense alla trama né il piacere e allo spettatore di seguire la storia.
“Tu preferisci i ruoli comici o quelli un po’ più seri come questo?”
A prescindere dal fatto che in questo spettacolo si ride parecchio, io posso dirti che a me piace recitare in contesti dove non si ride delle persone, ma delle situazione in cui queste si trovano. Nel primo caso, il rischio è che gli spettatori e gli attori giudichino il personaggio dicendo: “Io non sarò mai così”. Nel secondo, ridere di fatti paradossali può far nascere delle domande e far dire: “Se mi trovassi in questa situazione, potrei comportarmi anch’io così”. Per tornare alla tua domanda, posso dirti che mi piacciono sia i ruoli comici che quelli drammatici. Dipende molto dal testo, un elemento davvero fondamentale.