Pirgopolinice è un fantastico sbruffone, un gioioso pavone, esagerato, spudorato, vitale. La distanza tra ciò che è e ciò che crede di essere è tale da irritare profondamente chiunque abbia un po’ di buon senso. Ci sono tempi in cui un personaggio come il suo, perfino sulla scena è troppo, risulta distante da qualsiasi possibilità di riflesso nella realtà, senza dunque il mordente necessario per far scattare nello spettatore quel meccanismo di godimento nel veder messo in ridicolo un vizio che subisce. Ci sono tempi invece, ahimè, in cui la realtà supera di gran lunga la favola e il povero Pirgopolinice è un ritratto a tinte forti di ben più consapevoli e colpevoli vantoni…
Miles Gloriosus di Tito Maccio Plauto è in scena al Teatro Carcano di Milano fino al 19 dicembre. Tradotto e diretto da Marinella Anaclerio, vede protagonisti Flavio Albanese, Stella Addario, Antonella Carone, Giuseppe Ciciriello, Valentina Bonafoni, Loris Leoci, Tony Marzolla, Luigi Moretti e Dino Parrotta.
La parola a Marinella Anaclerio
Chi rappresenta Pirgopolinice?
Tutti i prepotenti apparentemente forti e abbastanza vigliacchi. Quelli che usano la forza e il plagio per arrivare al potere e utilizzano la bugia, però a loro volta sono vittime di questo stesso atteggiamento, perché, essendo vanagloriosi, sono i primi a essere sensibili al lisciamento e all’adulazione. Difatti ho usato come sottotitolo del testo una frase di Montaigne che dice: “Gli adulatori sono simili agli amici come i lupi ai cani”.
In che modo viene truffato il giovane soldato?
In un modo molto semplice. Essendo molto sensibile al fascino femminile ma soprattutto all’idea di rubare le donne agli altri, ha fatto prigioniera una ragazza e non si capisce se l’ha comprata dalla madre o se era la tenutaria di un bordello. Torna a casa e scopre che la ragazza era fidanzata. Arriva il fidanzato e per fortuna il vicino di casa del soldato è amico del padre, quindi lo ospita. Il servo fa un buco nella parete ed è il modo in cui questa ragazza riesce a scappare, anche se non ha il coraggio di farlo veramente.
Viene truffato perché il soldato che aveva messo a controllare la porta della ragazza vede dall’impluvio la giovane che si bacia con il fidanzato e quindi comincia a dare i numeri. Lo convincono che è una sorella gemella e lì scatta qualcosa che nel testo non c’era, perché la commedia di Plauto ha un piccolo buco. Riescono a convincerlo che esiste la gemella e poi inizia la seconda parte.
Per far partire il soldato, lo fanno innamorare di una vera prostituta e finta moglie del vicino che lui vuole, perché le donne che gli piacciono di più sono quelle degli altri. Fanno quindi in modo di farlo innamorare di lei, lo convincono ad entrare in casa e, siccome anche nell’antica Roma c’era il principio della violazione di domicilio, quando lui entra in casa, la commedia si chiude con un pestaggio, che è una cosa per me abbastanza disonorevole, nel senso che in realtà è giustizialismo. Io ho operato una sorta di intervento drammaturgico, nel senso che chiudo con il cattivo che si pente. A quel punto io lo faccio pentire, però piano piano nel monologo ritorno al monologo dell’inizio, nel senso che uno così non si pente. Un tipo vanaglorioso e prepotente non cambia, è quella la sua natura.
Quanto cinismo c’è in questa commedia di Plauto?
Molto, perché i personaggi non cercano di ottenere i loro diritti, decidono semplicemente di fregarlo. Quindi le ragazze sono quasi tutte ciniche come in quasi tutte le commedie plautine, sono quasi tutte prostitute. Una è minorenne, perché a lui piacciono le minorenni. Il cinismo è quindi a ogni passo, perché Plauto è romantico e cinico.
Perché questa è una commedia adatta ai tempi di grandi commedianti in cui viviamo?
Perché quanti vanagloriosi vediamo anche nella nostra politica? Io vedo gente pronta a vantarsi di qualunque cosa, gloriandosi di meriti che non ha e secondo me sono anche pronti a credere a qualcuno che gli sta dietro, però poi nella sostanza sono vigliacchi, perché il soldato è un codardo.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Brunella Portoghese per la collaborazione
- Foto in evidenza di Michele Calocero
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