Il Teatro Manzoni propone fino a domenica 29 ottobre L’anatra all’arancia, dal testo The secretary bird di William Douglas Home. La regia dello spettacolo è di Luca Barbareschi, che ne è protagonista in scena con Chiara Noschese, Gerardo Maffei, Margherita Laterza ed Ernesto Mahieux.
Rapporti di coppia
Una bellissima storia universale di un uomo e di una donna e del loro ménage messo in crisi dalla personalità di lui, egoista, egocentrico, incline al tradimento, vittima del proprio essere un clown che finisce per stancare chi gli sta intorno. E di come il protagonista si inventi un modo per riconquistare la moglie che lo ha tradito e che amava, architettando un piano per dimostrarle che lui è il suo unico amore dopo 25 anni.
La parola ai protagonisti
“Quanto vengono messi a nudo i rapporti di coppia in questo spettacolo?”
Chiara Noschese: E’ tutto basato su un rapporto di coppia che sta naufragando ed è tutto costruito sul fatto che queste due persone in realtà si amano e non si vorrebbero separare. E’ una richiesta d’amore, uno dalla parte dell’altra. E in mezzo poi ci sono gli incidenti utilizzati per fare in modo che questa coppia non si sfasci, perché si ama.
“Perché il protagonista maschile diventa un clown che finisce per stancare chi gli sta intorno?”
Chiara Noschese: Perché lui è un ego-riferito egoico, è una star della televisione che vive la propria vita a 150 km/h, tutto ruota intorno a se stesso ed è questo che alla fine io gli rimprovero. Ed è per questo che io trovo un altro uomo, che nello spettacolo è interpretato da Gerardo Maffei, e decido di andare via con lui. E’ un clown che fa tante capriole. E’ uno che ama le battute, è un uomo molto sopra le righe, un egoico. In realtà, però, il personaggio di Gerardo non ci guadagna.
Gerardo Maffei: Non sapevo se svelarlo o no, però alla fine non ci guadagnerò, perché succederà che il personaggio di Chiara deciderà di restare con il proprio marito, con l’egotico.
Chiara Noschese: E’ una scelta d’amore, perché nonostante tutto, dopo questi 25 anni di tradimenti fatti da parte sua, non da parte mia, io scelgo la via più immediata che è quella di dire “Svegliati, io me ne vado”. Molte volte le donne fanno così. La maggior parte delle volte, però, le donne se ne vanno veramente.
“Quanto è importante l’ironia in questo spettacolo?”
Margherita Laterza: Direi che la fa proprio da padrona, nel senso che forse non ci sarebbe questo spettacolo senza l’ironia, sia per come è stato scritto originariamente sia per l’interpretazione che ne dà Luca Barbareschi. E’ come dire che l’ironia salva tantissime situazioni e può salvare anche una coppia, come in questo caso. Alla fine secondo me loro si salvano perché sanno ridere di se stessi.
Ernesto Mahieux: L’ironia è molto importante, perché tutto lo spettacolo è basato sull’ironia di questa coppia che sta insieme da 25 anni. Ormai la convivenza è diventata un gioco e sta per prendere una brutta piega, ma poi tutto si risolve nella maniera più bella che si possa immaginare.
“E’ un’ironia che rischia di diventare sarcasmo?”
Margherita Laterza: Sì, molte volte. Intanto è stato scritto da inglesi, quindi c’è un certo grado di cinismo inglese, in più c’è quello di Luca sopra, quindi sì, assolutamente sì.
Ernesto Mahieux: Io invece non credo che sia un’ironia che si può trasformaare in sarcasmo. A volte la coppia va forte, però alla fine vengono fuori i sentimenti veri. Infatti l’ultima frase della commedia dice: “Noi due non saremo mai perfetti, ma saremo noi due”.
(intervista e riprese video di Andrea Simone)