Il senso contemporaneo di Antigone sta nella natura e nella forma dialettica del confronto. Non è un confronto tra posizioni di potere. Antigone non offre una soluzione politica alternativa a Creonte, ma è l’annuncio che una tesi politica, maturata nelle regole del pensiero ed espressa attraverso la sacralità della parola nel momento in cui prende forma nella polis, scopre che la sua compiutezza si manifesta solo grazie alle sue aporie.
Antigone di Sofocle è una produzione del Teatro Atir Ringhiera in scena alla sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini di Milano fino al 27 gennaio. Diretto da Gigi dall’Aglio, lo spettacolo vede protagonisti Carla Manzon, Aram Kian, Stefano Orlandi, Francesca Porrini, David Remondini, Arianna Scommegna e Sandra Zoccolan.
Tre domande a Sandra Zoccolan e Stefano Orlandi
“Perché Antigone racchiude dentro di sé tutto il dolore?”
Sandra Zoccolan: “Antigone” è una tragedia che affronta in particolar modo la condizione dell’uomo, una condizione di ineluttabilità, di sofferenza, di contraddizione e di sgomento. Ne parla anche il primo Stasimo. C’è un’ineluttabilità alla continua sofferenza. Infatti “Antigone” parte da una tragedia continua e che non ha fine. Inoltre prende in considerazione il dibattito stesso insolubile: è giusto rispettare le leggi degli Dei o quelle della patria? Questo è un dibattito che non trova una risoluzione e finisce con il fatto che i protagonisti non riescono a trovare una pace umana, se non nella morte.”
“Perché dimensione privata e dimensione pubblica in Antigone coincidono?”
Stefano Orlandi: “Questo è fondamentale, perché Antigone vuole dare onore al cadavere di suo fratello. Infatti l’azione reale che compie è quella di buttare dell’acqua e della sabbia, quindi non lo seppellisce neanche. Questo è un fatto privato che come sorella sente e sceglie di dover fare. Però si scontra con la questione pubblica, per il fatto che va contro una legge dello Stato. Quindi nell’azione di Antigone non c’è il fatto pubblico. Lei ha dato sepoltura al fratello considerato eroe. Da sorella vuole dare sepoltura anche all’altro fratello, anche se per lo Stato è un traditore, quindi si scontra con le leggi dello Stato e con la polis. Questo dramma umano e intimo diventa politico e sociale. Qui ci sono la condizione privata e quella pubblica.”
“Siamo di fronte a un dibattito sul bisogno degli umani di lottare?”
Sandra Zoccolan: “Sì. Ognuno può ritrovarsi in questo bisogno. Noi come compagnia abbiamo spesso pensato all’analogia del teatro Ringhiera, che adesso è chiuso per lavori di ristrutturazione e al corpo di Polinice che rimane insepolto.”
- Intervista video di Andrea Simone
- Si ringrazia Maurizia Leonelli per la gentile collaborazione