Tre amici e tre modi diversi di concepire e vedere l’arte. Serge, Marc e Yvan sono tre amici di lunga data. Serge acquista una tela bianca per 200 mila euro; Marc giudica e disapprova l’acquisto; Yvan ne fa una scelta di gusto personale, quindi soggettiva. Tre amici, tre modi di vedere (o non vedere) lo stesso quadro bianco, tre tipi umani ognuno con il proprio gusto e in rapporto a un concetto personale del bello.
Arte di Yasmin Reza è uno spettacolo che va in scena al Teatro Fontana di Milano fino al 2 ottobre. Tradotto da Luca Scarlini e diretto da Alba Maria Porto, vede protagonisti Mauro Bernardi, Elio D’Alessandro e Christian La Rosa.
La parola a Christian La Rosa
“Qual è il criterio assoluto – se esiste – per giudicare un’opera d’arte?”
“Il criterio assoluto in realtà non c’è. Il testo parla di questo: dei punti di vista di tre personaggi, ognuno dei quali durante lo svolgimento dello spettacolo cerca di far valere le proprie ragioni, parlando chiaramente nel giusto. Quindi in realtà il testo ci racconta che non esiste una verità assoluta per giudicare un’opera d’arte, così come nella vita stessa non c’è una verità quando ci si rapporta con gli altri. Esiste solo quella del punto di vista personale.”
“Perché questa tela mette così in disaccordo i tre amici?”
“Perché diventa una sorta di specchio. Via via comincia a diventare poco importante l’aspetto artistico, ma questo quadro diventa uno specchio in cui i tre protagonisti sfogano le proprie frustrazioni, soprattutto riguardo a quello che non è stato detto tra di loro in quindici anni di amicizia. E’ chiaro che questa tela diventa un pretesto per potersi dire finalmente quello che in anni è stato accumulato e mai detto.”
“E’ giusto dire che qui l’arte diventa un pretesto per mettere in scena le dinamiche psicologiche della natura umana?”
“Assolutamente sì. Questo quadro riflette ciò che i protagonisti cercano di dirsi e che non si sono mai detti. Non a caso è una tela bianca, quindi è chiaro che questa tela bianca rappresenta anche una sorta di annientamento di tutto ciò che bisognerebbe ricostruire ripartendo da zero: nella loro amicizia ma anche nei rapporti in generale. Quindi questo quadro simboleggia sicuramente uno sfogo che dà vita a dinamiche psicologiche molto umane.”
“Qual è la crudele verità che si nasconde dietro questi rapporti d’amicizia?”
“La verità è che molto spesso non ci si dicono le cose per chissà quali assurdi motivi o anche ragioni comprensibilissime molto quotidiane. Molto spesso tendiamo a nascondere la verità o cerchiamo di mascherarla attraverso altre verità o cose che non sono chiaramente quelle che andrebbero dette. Spesso noi non andiamo dritti al punto, ma la prendiamo alla larga o cerchiamo di svicolare. Questo è molto quotidiano e accade paradossalmente molto di più nei rapporti e nei legami affettivi più stretti come quelli familiari o di forte amicizia.”