“AUTOBIOGRAFIA EROTICA”: IL LINGUAGGIO DELL’EROS

In un appartamento di Roma, un uomo e una donna si rivedono dopo 20 anni che avevano perso ogni contatto. Non sono due vecchi amici, ma due sconosciuti che si sono incontrati una sola volta e che solo in quell’occasione hanno avuto un fugace e furtivo rapporto sessuale. Lui non si ricordava nemmeno più chi fosse lei fino a quando non ha ricevuto la sua mail in cui lo invitava a rivederla. Ma a essere sfacciata è la proposta: rivivere quell’incontro e ricostruire dettagliatamente quelle ore usando un linguaggio lascivo.

Domenico Starnone torna a scrivere per il teatro e il risultato è Autobiografia erotica, uno spettacolo diretto da Andrea De Rosa, in scena al Teatro Franco Parenti di Milano fino al 29 aprile, con Vanessa Scalera e Pier Giorgio Bellocchio.

Quattro domande a Vanessa Scalera

“I due personaggi sono alla ricerca di un punto di incontro?”

In realtà credo che sia solo Mariella a esserlo. Lei chiama dopo 20 anni un uomo a cui per tutto quel tempo ha nascosto un segreto terribile. E’ un incontro per dirsi e per dire finalmente la verità.

“Quindi non sono solo l’erotismo o la sessualità a unirli. C’è dell’altro?”

Lei chiama il suo partner occasionale per rivelargli un segreto che non gli ha rivelato per troppo tempo. E’ anche quello a tenerla unita a lui.

“L’obiettivo dello spettacolo è raccontare l’intera esistenza di un uomo attraverso la sua vita erotica?”

No. Noi mettiamo in scena le prime 50 pagine del libro da cui è tratto lo spettacolo. Presentiamo l’incontro di un uomo e di una donna che ricordano attraverso i 20 anni in cui non si sono visti chi sono, come sono cambiati e chi erano allora. E’ un racconto a due voci.

“Che ruolo ha la psicanalisi in questo spettacolo?”

I personaggi parlano a se stessi, si psicanalizzano e si scoprono da soli. C’è un’autoanalisi per tutti i 50 minuti dello spettacolo, perché i personaggi si osservano dal di fuori e parlando scoprono delle cose di se stessi. E’ un’autoanalisi estemporanea e priva di mezzi tecnici. E’ quello che ogni uomo e ogni donna possono fare parlando di sé. Scomodare la psicanalisi mi sembra un po’ eccessivo.