“BEYOND FUKUYAMA”: IL PROGRESSO E IL CONTROLLO

Mai come in questo momento storico il rapporto tra umanità, scienza e tecnologia si trova a essere così messo in discussione. Ciò che identifichiamo come “progresso” sta sempre più diventando uno strumento di “controllo”. La tecnologia sembra mettersi sempre meno al servizio dell’uomo in senso lato e sempre più al servizio di un ristretto gruppo che, in questo modo, può determinare abitudini, gusti e comportamenti.

Al Teatro Filodrammatici

Beyond Fukuyama è in scena al Teatro Filodrammatici di Milano fino al 31 marzo. Scritto da Thomas Köck, tradotto da Adriano Murelli, adattato da Francesca Garolla e diretto da Renzo Martinelli, lo spettacolo vede protagonisti Federica Carra, Mauro Milone, Elisabetta Pogliani, Ulisse Romanò e Anna Sala.

Intervista a Renzo Martinelli

“Perché il progresso sta diventando uno strumento di controllo?”

“La domanda è interessante. Non è il progresso che sta diventando una forma di controllo, è il controllo che è in atto da sempre. E’ fatto per normare le masse. Ci sono norme buone, come quella che dice che con il rosso ci dobbiamo fermare, altrimenti provoco un incidente, e ci sono norme più sofisticate o che hanno intenti diversi. Mi viene sempre in mente che in Italia c’è il Ministero di Grazia e Giustizia. Lo uso come esempio per dire che la giustizia può diventare un grosso modo. E’ difficile l’equilibrio. Non imputerei il progresso come colpevole.La difficoltà è quella di stabilire delle norme che hanno declinazioni molto delicate. Se si ha l’intento di essere controllati attraverso queste norme, diventa una strategia che si ritorce contro un equilibrio e una felicità, contro un habitat con tutte le sue declinazioni.”

“Chi era Francis Fukuyama?”

Francis Fukuyama era un politologo di Bush, poi è diventato uno scrittore. Nel 1992 il suo testo è stato tradotto, ma non è un testo di teatro, sono considerazioni che ovviamente lui ha fatto dal backstage da politologo qual era. Il titolo del primo libro che ha scritto nel 1995 era La fine della storia, dove lui faceva sulle dissertazioni sul fatto che viviamo in un presente dove non c’è più uno sguardo al futuro.”

“Perché la massa deve essere tenuta a bada?”

“La massa non deve essere tenuta a bada. Il concetto della vita è da sempre quello di usare la religione, le norme e il sesso. Abbiamo comuqnue bisogno di regole. Per quello facevo l’esempio di grazia e giustizia. L’alchimia fra queste due cose permette all’individuo di vivere e di rispettare le regole. Il controllo è sul voto e sulla democrazia, su tutto quello che ci regolamenta per poter vivere una vita sociale.”

“E’ un mondo portato all’estremo quello che viene immaginato in questo spettacolo?”

“No, è un mondo attuale dove l’autore, ispirandosi a Fukuyama, si è inventato teatralmente un istituto dove una dottoressa scienziata e altri quattro collaboratori gestiscono un luogo dove sono state trafugate delle non meglio identificate notizie. Poi ci sono dei cori che provocano lo spettatore attraverso le tesi più vicine a Fukuyama. Quindi è una società molto attuale. Siamo obbligati a vivere e a lavorare nel quotidiano e qualcuno continua ad amministrare sia nelle votazioni politiche che nelle comunicazioni verbali la gestione attuale di quella che è la nostra società.”

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Antonietta Magli per il supporto professionale