E’ una prima assoluta quella che va in scena al Pacta Salone di Milano dal 2 al 7 maggio: Storie di invertebrati, scritto e diretto da Bruno Bigoni, con Riccardo Magherini e Maria Eugenia D’Aquino. E’ la storia di Lupo e di sei mesi della sua vita, una vita pensata all’arrembaggio e vissuta allo sbando. La sua esistenza piena di desideri e sogni infranti è condotta sempre contro. Lupo cerca una diversità che lo renda vivo, autentico. Una vita scandita dalla musica, sua inseparabile compagna, che detta il ritmo al suo sentire e alle sue azioni. Lupo è un personaggio dei nostri tempi, che seguiamo nel suo difficile percorso di adattamento in un contesto in cui si sente un pesce fuor d’acqua.
Intervista a Bruno Bigoni
“Perché Lupo non riconosce e non accetta il mondo che lo circonda?”
Soprattutto perché viene da un periodo storico, quello del Sessantotto, in cui la parola “ribellione” aveva un significato molto preciso e politico. Il senso si rifaceva anche alla politica dell’esperienza e della vita: implicava la rottura con un’idea del mondo appartenente al passato. Con quel mondo Lupo non si è mai riconciliato. Per cui la parola “ribellione” ha per lui un senso molto preciso ancora oggi.
“E’ un sognatore che sa anche essere concreto?”
Sì, perché non è una persona superficiale, ma è un uomo colto e attento a quello che c’è intorno a lui. In qualche modo, però, viene travolto da passioni, sogni e utopie che lo fanno deragliare dalla realtà. Inoltre è anche capace di pensieri molto precisi e sottili.
“Che cosa viene fuori dal confronto tra realtà vera e realtà immaginata?”
Il conto che ti presenta l’analista. Il problema è che questi due aspetti cozzano inevitabilmente. Da una parte ci sono un vissuto e un pensiero forte che ti portano in una certa direzione; dall’altra una realtà che ti sbatte sempre dalla parte opposta, perché il mondo non va mai come vorremmo. Quindi diventa un conflitto molto forte. Questo ha portato molte persone nel corso degli anni a morire di droga, altre a comprarsi il Suv, altre ancora a finire dall’analista.
“Però Lupo trova il coraggio di mettersi in discussione e di capire che la soluzione migliore è il cambiamento, giusto?”
Certo, però questo aspetto è molto chiaro ma non sempre realizzabile, perché mancano le forze. Le energie non sono infinite. Spesso dobbiamo fare i conti con i nostri limiti, le nostre insicurezze e le nostre paure. Questo genera anche rabbia. Uno vorrebbe cambiare ma certe volte non ci riesce. Lupo ha però la consapevolezza che il cambiamento è la cosa più importante. Bisogna però sottolineare che Lupo provoca molto le persone intorno a lui. Quindi spesso il confine tra realtà e scelta di provocazione è molto sottile.