“MADAMA BOVARY” E “LA SIGNORINA FELICITA”

Lorena Senestro reinventa una Emma Bovary dei nostri giorni, in chiave piemontese. I personaggi e le atmosfere del romanzo, oltre che per bocca di Gustave Flaubert, sono rievocate attraverso i versi di Guido Gozzano e filtrate dall’autobiografia dell’attrice, che è anche autrice del testo di Madama Bovary in scena al Teatro Fontana di Milano il 10 e l’11 maggio. Nelle vesti della signorina Felicita, sempre Lorena Senestro propone una personalissima interpretazione del celebre “salottino in disuso” di Guido Gozzano, accompagnata al pianoforte da Andrea Gattico, che ricorda il pianista da tabarin torinese, con quell’ironia tipica e quel ”senso buffo d’ovo e di gallina” che pervade le poesie di Gozzano. La signorina Felicita ovvero la felicità è in scena al Teatro Fontana di Milano il 12 e il 13 maggio.

Intervista a Lorena Senestro

“Cominciamo da Madama Bovary: cosa c’è al centro di questo spettacolo?”

A livello formale c’è l’attore. Per quanto riguarda i contenuti ci sono il bovarismo e l’incapacità di vivere la propria condizione sperando in qualche cosa di meglio.

“E’ un mondo inventato o reale quello di Emma Bovary?”

Sicuramente il riferimento è quello a un mondo reale, anche se poi per questioni teatrali è inventato, perché prende proprio spunto da “Madame Bovary” di Flaubert.

“Passiamo a La signorina Felicita: perché è imprigionata dai ricordi?”

Perché questa è la versione che ho dato io, la mia riscrittura è così. Lei è imprigionata nei suoi ricordi perché ha aspettato tutta la vita ed è invecchiata. Quindi le rimane solo la memoria, che è l’unica cosa che le fa vivere delle emozioni diverse e dei momenti importanti.

“Ci sono dei fantasmi nella sua vita?”

Ci sono i fantasmi che credo tutti abbiano nella propria vita, che uno si porta dietro: le cose irrisolte. Quegli obiettivi che non sono stati realizzati né portati a termine.