Fino al 12 marzo sul palcoscenico del Teatro Menotti Filippo Perego di Milano va in scena il Così fan tutte, liberamente tratto dall’opera di Wolfgang Amadeus Mozart, con le Ebbanesis (Serena Pisa e Viviana Cangiano) nei panni delle sorelle Fiordiligi e Dorabella.
Leandro Piccioni e Mario Tronco, anime musicali dell’Orchestra di Piazza Vittorio, danno vita ad una riduzione musicale per chitarra e voci del Così fan tutte di Mozart, attingendo all’antichissimo mondo della “posteggia napoletana”, la musica dei suonatori di strada.
A tu per tu con Viviana Cangiano Ebbanesis
Che tipo di lavoro è stato fatto sul “Così fan tutte” di Mozart?
E’ stato fatto un lavoro di traduzione in napoletano, quindi lo spettacolo è recitato, cantato e parlato in napoletano. Poi è stato fatto un lavoro di rielaborazione musicale, nel senso che Mario Tronco e Leandro Piccioni hanno trasformato un po’ queste arie di Da Ponte e Mozart in qualcosa di molto partenopeo.
Che personaggio è il suo, Dorabella?
Dorabella è una ragazza, un’adolescente napoletana un po’ più friccicarella rispetto all’altra sorella, è più spontanea su alcune esigenze e pulsioni. In questo caso risulta anche molto mediterranea. E’ quella che cerca un po’ di avviare il gioco delle due sorelle, un po’ ci riesce. Poi si potrebbe dire che tra le due è quella che finisce più nei guai.
Che ruolo ha la “posteggia napoletana” in questo spettacolo?
In realtà la posteggia napoletana è più un concetto per quanto riguarda questo spettacolo, perché comunque non se ne fa cenno, però l’ultimo brano, L’amore troppo bello, che in origine era L’amore è un ladroncello, somiglia molto ad un brano molto napoletano scritto da un qualsiasi Di Giacomo o Bovio e quindi ci sono quel sapore e quel concetto di posteggia che accompagnano lo spettacolo. Chiaramente, però, all’interno dello spettacolo, essendo pur sempre Mozart, non si fa riferimento alla posteggia.
Nel gennaio 1998 la famosissima opera di Mozart è stata rappresentata postuma come eredità artistica di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano. E’ un confronto che temete in qualche modo?
Sì, tantissimo! A dire la verità noi non facciamo proprio questo confronto. La nostra è un’operazione molto diversa. Non veniamo dall’ambiente della musica lirica, non ne facciamo parte con enorme dispiacere e con questa operazione antiaccademica cerchiamo proprio di fare un’altra cosa e sicuramente il Maestro, nel caso, ci perdonerà o avrebbe potuto perdonarci!
- Intervista di Andrea Simone
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- Si ringrazia Linda Ansalone