Andrea e Liliana stanno organizzando il loro tanto sognato matrimonio. Di ritorno dall’addio al celibato, Andrea ha un incidente che gli provoca la perdita della memoria a breve termine, cancellando ogni ricordo di lei. Come andrà a finire?
Se mi ricordo ti sposo, scritto dai Pezzi di Nerd, è in scena al Teatro Martinitt di Milano dal 16 al 26 novembre 2023 con Mirko Cannella, Michele Iovane, Nicolò Innocenzi, Jey Libertino e Giulia Di Turi. La regia è firmata da Marco Simeoli.
Intervista a Mirko Cannella
Chi è il tuo personaggio?
Io sono Andrea, lo smemorato dello spettacolo, che deve sposarsi con Liliana. Nasce però un problema: la sera prima del matrimonio ha un incidente e perde la memoria. Liliana però non deve venirlo a sapere e gli amici di Andrea faranno di tutto perché lei non lo sappia e per fargli tornare la memoria prima delle nozze. Ce la faranno? Chissà…
Si dice che un attore non possa essere credibile se non gli piace il suo personaggio. A te cosa piace del tuo?
A me piace molto perché ci sono due Andrea diversi: uno è quello del “pre-incidente”; l’altro è quello del “post-incidente”. Prima è un ragazzo molto preciso e succube della ragazza, mentre dopo torna a essere l’Andrea che era quando aveva diciotto anni, perché si è dimenticato gli ultimi tredici anni di vita. Quindi diventa il ragazzo molto divertente che era all’epoca, un po’ cafone e senza peli sulla lingua. Dal punto di vista attoriale è per me una bella prova, perché devo differenziare il personaggio tra il prima e il dopo. Devo farlo anche con il linguaggio, perché all’inizio parla italiano, poi comincio a parlare in romanaccio. Per un attore è molto divertente fare un ruolo simile.
Lo spettacolo cambia ogni sera o è sempre lo stesso? Non dico nel testo, ma magari con un entrata o un’uscita diverse o con una battuta detta in un altro modo rispetto alla sera prima?
Qualcosa cambia, perché facciamo un minimo di improvvisazione ogni volta, ma il copione rimane quello. Se proviamo una battuta nuova che funziona, magari la teniamo anche per il futuro. Ogni sera lo spettacolo è sempre quello, ma può essere leggermente diverso. Chi vede la stessa commedia più di una volta può notare qualcosa che prima non ha visto. A noi piace reinventarci e non fossilizzarci, altrimenti diventerebbe noioso.
Che tipo di impostazione vi ha dato il regista Marco Simeoli?
Ci ha detto di mettere nello spettacolo più verità possibile, di non recitare in modo impostato, di comportarci come se fossero scene di vita reale e di far vedere la verità nell’assurdità della situazione. Questo secondo lui è il contrasto vincente. L’attore più bravo è quello che non sembra recitare.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Lia Chirici
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