“CASALINGHI DISPERATI”: QUATTRO SEPARATI E UNA CAPANNA

Convivenza e condivisione. Un gruppetto di ex mariti abita sotto lo stesso tetto, trovandosi a spartire le incombenze domestiche ma anche i fallimenti coniugali. Tra spazzoloni e sfoghi, un ritratto scanzonato di una realtà sociale sempre più diffusa, interpretato con brio da un cast brillante.

Casalinghi disperati è in scena al Teatro Martinitt di Milano dal 7 al 24 novembre. Scritto da Cinzia Berni e Guido Polito e diretto da Diego Ruiz, vede protagonisti Nicola Pistoia, Gianni Ferreri, Max Pisu e Danilo Brugia.

Quattro domande a Max Pisu

“Perché siamo di fronte a una realtà sociale sempre più diffusa?”

Perché quella delle separazioni e soprattutto degli uomini che si trovano a vivere in situazioni un po’ disagiate, ormai è diventata una cosa all’ordine del giorno. Quindi questo spettacolo, pur essendo stato scritto una dozzina di anni fa, è diventato molto attuale. Questo è il motivo per cui è stato ritirato fuori dagli autori, che sono Guido Polito e Cinzia Berni. E’ la storia di quattro uomini, che per riuscire ad arrivare a fine mese si ritrovano a dover condividere un appartamento. Inizialmente sono tre, poi arriva anche un vicino di casa che in corsa subentra e arriva un po’ a destabilizzare l’equilibrio che si era trovato fra i tre.”

“Come escono le donne da questo ritratto?”

Ognuno di noi ha una storia diversa. Io sono costretto a mantenere mia moglie e i figli perché lei vuole conservare lo stesso tenore di vita di prima. L’altro, invece, è mantenuto perché è la parte debole. Un altro ancora si rende conto che la moglie va con un’altra persona e il quarto è un caso particolare perché è diventato papà per caso. Pur essendo gay, ha avuto una storia con una donna per una notte ed è diventato papà. Quindi è l’unico che ha mantenuto rapporti buoni con la sua ex donna perché diceva: Non ci possiamo odiare se non ci siamo mai amati.”

“Perché la vostra non è una convivenza facile?”

Inizialmente gli equilibri si trovano, perché ognuno ha i propri compiti e i propri orari. Quindi è il quarto che destabilizza il tutto, perché i tre si trovano una persona che fuma in casa, che occupa il bagno negli orari in cui gli altri sono abituati ad andarci. Dunque alla fine i tre trovano comunque un punto d’accordo e di equilibrio. Il quarto arriva invece a rompere gli schemi.”

“E’ uno spettacolo in cui si ride molto, ma c’è anche tanta amarezza, giusto?”

“Sì, soprattutto si ride molto. L’amarezza di sottofondo c’è perché è un argomento particolare e molto attuale. Preso in chiave ironica, il fatto di quattro uomini insieme che combinano casini dà però spunto a molte risate, quindi questo fa sicuramente ridere.”

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Federica Zanini per il supporto professionale