Marco Cavallaro, “Come Fosse Amore”

Quando le delusioni d’amore trovano sfogo in un rifiuto totale per il sentimento stesso come si può tornare ad amare? Tre donne totalmente differenti tra di loro fanno ricorso ad una terapeuta per riparare il loro cuore infranto, ma nessuna di loro sa che anche la stessa terapeuta soffre le pene d’amore. 

Come fosse amore è in scena al Teatro Martinitt di Milano fino al 14 maggio con la regia di Marco Cavallaro, anche autore del testo e protagonista con Anna Bellucci, Alessia Francescangeli, Ludovica Bei Peppe Piromalli e Viviana Colais.

Parla Marco Cavallaro

Senza svelare troppo, come fa una psicoanalista che si deve già occupare dei propri problemi di cuore a risolvere anche quelli degli altri?

E’ semplicissimo: venite a vedere lo spettacolo e lo scoprirete! E’ una donna che ha deciso di curare il mal di cuore degli altri e ha appeso il suo al chiodo dopo essere stata abbandonata all’altare dallo sposo. Ha scelto quindi di chiudere con l’amore. Il problema è che arriva improvvisamente un uomo che si innamora di lei e cerca di aiutarla a fare in modo che tutte le sue pazienti credano di nuovo nell’amore. Come fa? Si finge la persona ideale di ognuna di esse. Ovviamente questo crea il caos e come in tutti i teatri comici dove regna la confusione, si fanno sempre tante risate.

C’è molto spazio, oltre che per le risate, per l’aspetto psicanalitico della vicenda?

Devo dire che sono molto sorpreso perché pur non facendo lo psicanalista, alcuni psicologi e psicologhe mi hanno fatto i complimenti per come ho affrontato l’argomento. Ovviamente io lo tratto in modo molto leggero e surreale, però c’è tanta verità in quello che ho raccontato. Mi faccio quindi un complimento e mi stringo la mano. Forse sono stato bravo. E’ uno spettacolo che scorre, è molto veloce, è un’ora e 45 minuti di divertimento. Si vedono tante cose, abbiamo una bellissima scenografia, un secondo piano e un girevole, tanta roba che entra ed esce. Insomma, è una commedia ricca.

In che cosa sono differenti le tre protagoniste dello spettacolo?

Sono tre donne completamente diverse. C’è quella a cui piace l’aspetto culturale di un uomo, un’altra apprezza il lato più truce e meno romantico e c’è addirittura quella a cui non si sa se piacciono proprio gli uomini. Quindi passa ad altro per provarlo perché i sentimenti non conoscono sessualità. L’unica cosa in comune che hanno è il bisogno di essere amate e di amare.

Oltre che autore e regista della commedia, tu ne sei anche protagonista. Che ruolo interpreti?

Io sono Ettore, un uomo che si innamora della psicologa e la aiuta creando un casino incredibile. Insieme a me sul palco c’è anche Peppe Piromalli nel ruolo di Luigi, il proprietario di una vineria dove io incontro la psicologa e me ne innamoro a prima vista. E’ la classica spalla perfetta.

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Federica Zanini
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