Valeria Cavalli, “Perfetta? Quasi perfetta”

Alice, vittima di se stessa e del bisogno di modificare il suo corpo per adattarsi alle regole del mondo social, dimentica l’importanza del vivere il reale e il contatto con l’altro. Lo sviluppo del sintomo si fa strada a poco a poco nella testa di Alice, che diventa schiava del suo progetto di perfezione che prende il sopravvento sulle sue giornate scandite da regole precise, impossibili da trasgredire.

Perfetta? Quasi perfetta è stato scritto da Valeria Cavalli ed è diretto da Claudio Intropido. Ne è unica protagonista Claudia Veronesi.

La parola a Valeria Cavalli

Perché Alice è una vittima di se stessa?

Perché quando si intraprende il progetto anoressico, è una decisione che si prende da soli, si decide di entrare in un mondo fatto di privazioni e di solitudine, di grandi sofferenze e grande dolore, perché l’anoressia e i disturbi alimentari non sono problemi che riguardano l’appetito, ma principalmente la sfera emotiva. Spesso è una scelta che si fa scientemente, perché ci si trova in un progetto anoressico e man mano si comincia a costruire un modus vivendi che aiuta a fermare degli stati di dolore che si provano dentro. Eliminando il cibo, quasi punendosi in questo modo, si riesce anche a sopportare questo malessere che si prova.

Alice è una schiava del suo progetto di perfezione?

Sì. Alice lo è. In realtà è una ragazza come tante altre. Inizialmente racconta tutta la sua storia ed è come se parlasse alla sua psicologa dove decide di andare, come bisogna fare quando si sceglie di farsi aiutare, ci vuole un professionista. Una serie di piccoli inciampi la fanno sentire brutta, grassa, inadeguata. Soprattutto c’è il grande problema dell’immagine che adesso caratterizza tutti gli adolescenti. L’immagine è il fulcro della loro vita, perché Tik Tok e Instagram richiedono di essere più che perfetti.

Come si affronta il problema dei disturbi alimentari?

Andando a parlare con uno specialista. E’ una scelta che deve sicuramente fare l’individuo.

E’ un problema cambiato con l’isolamento sociale dovuto alla pandemia?

Sicuramente. Questo è uno spettacolo nato da un altro spettacolo, Quasi perfetta, che aveva ormai vent’anni e che era nato nel 2003. Il mondo era però completamente diverso e lo eravamo anche noi, perché in effetti non c’erano i social. E’ invece fondamentale la presenza continua di questa immagine di perfezione con i filtri che cambiano i connotati. Di conseguenza, il periodo che abbiamo passato, chiusi in casa con lo schermo sempre davanti agli occhi ha portato a un aumento del 40% dei casi di disturbi alimentari.

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Alessandra Paoli
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