Dal rifugio antiatomico in cui vive, uno spietato finanziere, immerso nelle acque putride della sua vasca da bagno, cerca di adescare nuovi adepti con una lucida conferenza a sostegno dell’ideologia yankee neoliberista. Chicago Boys è in scena al Teatro della Cooperativa di Milano dal 4 al 14 aprile. Lo spettacolo è stato scritto ed è diretto da Renato Sarti, anche protagonista in scena con Elena Novoselova.
Quattro domande a Renato Sarti
“E’ vero che l’idea di questo spettacolo è partita da Milena Gabanelli?”
“Sì. Nel 2004, all’intero della sua trasmissione, lei fece dei piccoli video e chiamò anche noi per parlare del tema della privatizzazione. Noi scegliemmo il tema dell’acqua ma non solo, perché ogni anno dedichiamo la stagione a una tematica o a un personaggio. Quell’anno avevamo scelto proprio H20. Ai tempi lo spettacolo durava venti minuti, oggi un’ora e un quarto e lo faceva Bebo Storti. Poi Bebo ha avuto degli impegni e me lo sono assunto io ed è in scena dal 2008, più o meno da dieci anni.”
“Chi era Milton Friedman?”
“All’interno dell’economia mondiale possiamo definirlo un guru delle privatizzazioni e del liberismo più sfrenato. Lui e Von Hajech, tutti e due di origine austriaca ed entrambi premi Nobel per l’economia, hanno ispirato la politica economica di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher. Poi la politica economica di Milton Friedman si è espansa soprattutto nei Paesi del Sud America: Cile, Argentina e Brasile, ma anche nei Paesi socialisti, dalla Polonia alla Cina fino alla Russia. Le loro idee sul liberismo sono diventate il motore dell’economia mondiale.”
“Cosa vuol dire pubblicizzare le perdite e privatizzare i guadagni?”
“E’ quello che succede in tante economie del mondo. Quando c’è da spendere qualcosa, ce lo mette lo Stato, e quando c’è da guadagnare, sono i privati a portarsi via parte del bottino. Uno dei punti fondamentali dello spettacolo è cercare di far comprendere che il consumismo più sfrenato e il capitalismo, per come lo conosciamo noi in questo momento, comportano una serie di disastri dal punto di vista ambientale che non so se saranno riparabili, ma sembrerebbe di no. La temperatura media negli ultimi cinquant’anni si è alzata di quasi due gradi e questo dovrebbe far riflettere tutti quanti.
L’uso dell‘acqua è un tema fondamentale e in certi Paesi del mondo cominciano a fare i conti con la mancanza di oro blu. Vedo una situazione molto grigia dal punto di vista ambientale. Basta vedere come sono cambiate le stagioni: quest’anno non è piovuto e l’anno scorso è stato caldissimo. Il motto è libera volpe in libero pollaio: privatizzare anche l’aria che si respira. Noi cerchiamo di far capire un proverbio greco molto bello, secondo me: se vedi che non ti sazi, fermati. Se non si ha più cognizione che quello che ingurgitiamo ci riempie, bisogna fermarsi E’ un proverbio greco saggio che secondo me dovrebbe far riflettere tutti.”
“E’ uno spettacolo che ci invita a riflettere sulla folle corsa del consumismo?”
“Sì, io mi metto contro corrente. Quando l’economia è in crisi, si dice che si vendono meno automobili. Meno male, era ora! L’uso indiscriminato delle automobili nelle città secondo me è una follia. Le città sono delle autentiche camere a gas. Vediamo che in certi Paesi come in Finlandia, nei Paesi Bassi e in Germania, si riesce a ottenere che la mobilità cittadina sia costituita al 50% da mezzi pubblici e biciclette. Sembrerebbe la cosa più normale del mondo. Con l’arrivo delle automobili c’è stato il boom cui è seguita un’evoluzione di questo tipo. Adesso è il momento di darsi una calmata, è il minimo che bisogna fare rispetto a quello che sta succedendo in giro”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Bianca Villa per il supporto professionale