LE BATTUTE DA OSCAR DI MARGHERITA E FRANCESCO

Sarà un incontro tra titani quello di sabato 22 dicembre al Teatro Oscar di Milano. Margherita Antonelli e Francesco Rizzuto saliranno infatti sul palco nella rassegna di cabaret Christmas Show – Risate da Oscar. Un evento promosso dal KarmArtistico Italia di Francesco Ruta e presentato dal capocomico Matteo Iuliani, in arte Bruce Ketta.

A tu per tu con Margherita Antonelli e Francesco Rizzuto

Margherita Antonelli riproporrà le sue Lezioni di Filo-sofia tenute da Sofia, l’agguerrita donna delle pulizie presentata a Zelig, dove impugnando bellicosamente il mocio bacchettava Claudio Bisio e Michelle Hunziker.

Francesco Rizzuto si esibirà – tra gli altri sketch – nel personaggio di Ciccio, il vigile palermitano secondo cui il traffico di Palermo equivale a una partita di scacchi: per andare avanti bisogna mangiare un pedone. Teatro.Online ha intervistato entrambi i comici.

Quattro domande a Margherita Antonelli e Francesco Rizzuto

“Quali sono oltre alle lezioni di Filo-sofia gli sketch che proporrai sabato sera?”

Margherita Antonelli: “Il 22 dicembre proporrò cose molto natalizie. Ci sono dei pezzi di Sofia in cui parla del pranzo natalizio e dei regali, dunque ci sarà veramente di che divertirsi. A Natale bisognerebbe dispensare perle di saggezza, ma soprattutto si dovrebbe mangiare di meno per poi spendere quello che abbiamo in regalo nelle diete.”

“Quanto sono centrali la Sicilia e Palermo – la città in cui sei nato – negli sketch in cui interpreti Ciccio, il vigile palermitano?”

Francesco Rizzuto: “La Sicilia sarà presente nei miei sketch, ma ci saranno cose molto nuove. Parlerò della cosa più importante in Lombardia: avere un cane. La prima cosa che le donne lombarde fanno quando si separano è andare al canile e prendere un cane, perché dicono che vogliono il bastardo originario! Parlerò tantissimo della Sicilia, dove il 22 iniziamo ad apparecchiare per il Natale che continua fino a Pasqua. Cominciamo con il panettone e finiamo con il capretto incaprettato!”

“Gli stati generali della Tv delle ragazze in onda di recente su RAI 3 hanno riproposto l’inequivocabile intelligenza della comicità femminile. Fino a 40 anni fa forse solo Franca Valeri era considerata l’unica donna capace di far ridere. Poi sono arrivate Serena Dandini, Angela Finocchiaro, Francesca Reggiani, Lella Costa e Margherita Antonelli. Oggi, dopo tante battaglie vinte, una donna deve ancora dimostrare di avere il doppio del talento di un uomo per avere il suo stesso successo?”

Margherita Antonelli“Il vero problema è che siamo diventate tante. Il rapporto è sempre 1:12 e i nuovi programmi nascono come funghi. Ci sono tante attrici che diventano attrici comiche, tanti attori comici e tanti cabarettisti, ma sono categorie completamente diverse. Esistono poi quelli che la mattina si alzano e, siccome sanno raccontare le barzellette, pensano di poter fare cabaret. Non è così. Il problema non è tanto legato all’essere maschi o femmine, l’importante è far ridere soprattutto in modo intelligente.

Penso che si dovrebbe uscire un po’ dalle categorie maschili e femminili; io ho fatto molta fatica a fare questo mestiere che ho iniziato 30 anni fa e so che tendenzialmente si sceglie un uomo rispetto a una donna: per semplice ignoranza, perché l’attrice non è nota o perché si va sul sicuro. Gli uomini fanno un po’ “spogliatoio” tra di loro, ma non voglio entrare in polemica. Le donne hanno imparato ultimamente a fare comunella ma ci vuole più tempo per metterle insieme. Al di là di questo aspetto, ci sono attrici comiche meravigliose: io ho lavorato ultimamente con Alessandra Faiella, Claudia Penoni, Rita Pelusio. Quindi direi di andare avanti senza dimostrare di essere “meglio di”. Se uno è sicuro di quello che sa fare, il resto viene da sé.”

“Francesco, com’è la situazione attuale del cabaret milanese, secondo te?”

“A mio avviso, purtroppo, non bellissima. Ci sono tanti comici che si definiscono tali perché hanno fatto due minuti di laboratorio o qualche vecchissima trasmissione che non c’è più in tv. A Milano ci sono pochissimi locali che ci permettono di fare cabaret come una volta e molti comici che utilizzano la volgarità come comicità. La comicità non è volgare, ma è attenzione a quello che c’è intorno. Significa sensibilizzare il proprio animo per tirar fuori la chiave comica in ogni singolo momento.”

  • Intervista e riprese video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Luca Cecchelli per la gentile collaborazione