“CI AGGIORNIAMO! DIPENDENZE CRONICHE DI MASSA”

Dopo l’estremo successo raggiunto nel dare vita al personaggio del Milanese Imbruttito con milioni di visualizzazioni sui social, Germano Lanzoni torna al suo primo amore che lo accompagna ormai da quasi vent’anni: il teatro. Un racconto a quadri di monologhi e canzoni, dell’uomo contemporaneo alle prese con le dipendenze che accompagnano – anche senza volerlo – le nostre scelte quotidiane.

Ci aggiorniamo! Dipendenze croniche di massa è in scena al Teatro Fontana di Milano il 31 gennaio e il 1° febbraio, con una replica straordinaria il 13 febbraio. Scritto da Germano Lanzoni (unico protagonista in scena) e Walter Leonardi, che ha firmato anche la regia, lo spettacolo vede alla chitarra Orazio Attanasio, autore delle musiche originali.

Parla Germano Lanzoni

“Quali sono le dipendenze croniche di massa?”

“La prima dipendenza è parlare di sé. Lo dico facendo uno spettacolo in cui parlo di me. Però è diventata una dipendenza in tutti gli aspetti, con le soddisfazioni date da una notifica, da un post o da una foto, che ci portano a colmare il vuoto che abbiamo dentro, il terreno naturale dove fioriscono le dipendenze.”

“Questo spettacolo si rifà anche un po’ al cabaret degli anni storici della Milano del Derby, giusto?”

“Vorrei che fosse così. La tradizione narrativa di questa città è l’avere nel teatro canzone l’esaltazione più alta ed è una tradizione nata nei club, nei palchi off. C’è una sorta di linea comune tracciata dal disincanto, dal surrealismo e dalla canzone come mezzo linguistico e narrativo, quasi d’obbligo per un milanese giullare. Mi rifaccio a loro perché sono stati i primi, sono stati i maestri. Mi aggancio a una tradizione che va dai Gufi a Cochi & Renato, passando per Enzo Jannacci, Dario Fo e Walter Valdi. Sono stati tutti influenzati dalla Milano da bere allora e oggi dalla Milano da corsa.”

“Quanto è importante la musica in questo spettacolo?”

“E’ quasi fondamentale, è un accompagnamento quotidiano che diventa nello spettacolo una struttura di sostegno, perché la musica avvolge. Nella mia drammaturgia è proprio una compagna di viaggio, mi sostiene nell’immaginare il racconto. Spesso e volentieri è la guida verso una profondità più sincera. La battuta ha bisogno di una superficialità nella caduta. Invece la musica mi costringe ad andare a una rielaborazione più profonda.”

“C’è un Milanese Imbruttito dentro ognuno di noi?”

“Sì. Nell’attimo in cui si entra in questa meravigliosa città, si rimane coinvolti, affascinati e se ne esce trasformati.”

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringraziano Martina Parenti e Maddalena Peluso per la gentile collaborazione