RODOLFO CIULLA, “CONSOLE WARS”

In un futuro non troppo lontano, i videogiochi e le console sono diventati cimeli storici, ammirati e venerati come reliquie. La storia del gaming fa parte del patrimonio culturale e artistico dell’umanità. In quest’epoca davanti a noi, la nascita, il fiorire e la morte delle case di produzione di console come Nintendo, Sega o Atari vengono raccontate come se fossero l‘Iliade o l’Odissea. Console Wars è in scena al Teatro Litta di Milano venerdì 1° ottobre. Scritto da Rodolfo Ciulla e Gabriel Favata, lo spettacolo vede protagonisti Federico Antonello, Luigi Aquilino, Matteo Giacotto e Michele Fedele.

Parla Rodolfo Ciulla

Perché i videogiochi e le console in futuro e in “Console Wars” sono destinati a diventare cimeli storici?

In realtà quando abbiamo cominciato a lavorare a questo progetto ci ha stupito vedere quanta storia avessero i videogiochi in cinquant’anni dalla loro prima creazione. Per cui, proiettandoci avanti con la fantasia, ci siamo detti: cavoli! Tra cento anni tutto quello che noi stiamo vivendo adesso, queste beghe legali, questi nuovi lanci diventeranno per noi come i film dei Fratelli Lumière. Quindi, sempre proiettandoci più avanti, ci siamo detti: chissa! Forse tra 100-150-200 anni un Atari 2600 sarà degnamente in un museo come adesso noi guardiamo i Bronzi di Riace o quel tipo di arte. La nostra è una proiezione in avanti testata dalla quantità di informazioni che portano con sé queste storie sui videogiochi.

Che cos’ha rappresentato, culturalmente parlando, il fenomeno dei videogiochi, a partire dal Commodore 64 degli anni Ottanta fino ad arrivare ai giorni nostri?

Qualcosa di assolutamente rivoluzionario e anche abbastanza silenzioso, perché i videogiochi sono arrivati, ci hanno insegnato nuovi modi di giocare e nuovi tipi di relazioni personali. A poco a poco sono entrati in tutti i salotti del pianeta, non soltanto negli Stati Uniti e in Giappone, ma in quasi tutto l’Occidente ricco. In realtà stanno continuando a trasformare il modo in cui noi ci relazioniamo nel nostro tempo libero, non soltanto in relazione con un luogo, ma anche con queste storie che ci vengono presentate, perché adesso ci sono giochi sempre più complessi che diventano quasi dei film. Hanno un tipo di intrattenimento e di interazione altissimi. Attualmente il mercato dei videogiochi supera nettamente il totale del mercato del cinema e della musica sul pianeta. E’ un’azienda in totale espansione che ci può solo riservare delle grandissime prospettive nei prossimi anni.

Console Wars” è un omaggio alla cultura pop?

Sì, decisamente sì. E’ un passaggio ulteriore a degli studi della compagnia a livello di ricerca proprio sulla cultura pop, dove per la prima volta ci occupiamo di videogiochi, anche se siamo tutti dei grandi videogiocatori. Quindi premeva un po’ a tutti raccontare un mondo che in realtà è comunissimo, frequentissimo tra amici, ma che però poi non si studia mai, non si va mai più a fondo del gioco di turno. Per cui è il nostro piccolo omaggio alla storia di questo fenomeno.

E’ esagerato dire che i videogiochi un giorno potranno essere catalogati addirittura nella mitologia?

Personalmente non credo che sia esagerato. Anzi, in realtà me lo auguro, perché le battaglie che raccontano fra ingegneri elettronici e possessori di brevetti sono asperrime. Non parlo delle battaglie dei videogiochi ma di tutto quello che c’è stato dietro, quindi dalla nascita delle diverse console a quella dei giochi fino alla forma che ha raggiunto il joystick. Sono abbastanza convinto che determinati videogiochi e determinate console entreranno a far parte di una certa mitologia. Magari sarà una mitologia pop ma ci sarà.

  • Clicca QUI per iscriverti al canale Youtube di Teatro.Online e vedere tutti i nostri video e le nostre interviste
  • Intervista di Andrea Simone
  • Foto in evidenza del sito di Manifatture Teatrali Milanesi
  • Si ringrazia Alessandra Paoli per la collaborazione