Un uomo e una donna, apparentemente molto diversi, rimangono bloccati in ascensore alla vigilia delle ferie in una Milano deserta. Non si conoscono, ma la convivenza forzata in uno spazio così ristretto li costringe a studiarsi, a scoprirsi e forse anche a capirsi.
Alfredo Colina e Barbara Bertato sono i protagonisti e gli autori di Storia d’amore in ascensore, in scena al Teatro Martinitt fino al 5 gennaio. Alla drammaturgia ha contribuito Paola Galassi che ha anche diretto la commedia.
A tu per tu con Barbara Bertato e Alfredo Colina
“Quali sono i risvolti caratteriali più importanti dei vostri personaggi?”
Amichevole e alla mano fin da subito, risponde per prima Barbara Bertato: “La particolarità del mio personaggio è che una donna nervosetta, bisogna sottolinearlo. Nel suo essere nervosa però è molto vera, perché non fa finta di non esserlo. Quindi i risvolti più importanti sono il suo essere vera e nervosetta, impaziente in modo esasperato. Una vera milanese imbruttita! Una precisina che deve sempre dire dove mettere l’accento. Però alla fine si rivela più simpatica che all’inizio.”
Altrettanto disponibile ed empatico interviene Alfredo Colina: “Il mio personaggio è il classico bonaccione, un po’ sfigatello! Ha un lavoro che non gli piace e si ritrova costretto ad aggiustare l’ascensore, perché fa il tecnico. Poi succede qualcosa con lei che lo fa diventare a sua volta nervosetto, perché viene risucchiato dagli eventi… E’ uno spettacolo fatto a quadri che sostituiscono gli atti: in ognuno di questi succede qualcosa di importantissimo… I personaggi sono molto legati a Barbara e a me, perché li abbiamo scritti costruendoli su noi due. I primi a divertirsi ad andare in scena siamo noi due e questo è molto bello.”
“Dunque il rapporto tra voi due è davvero osmotico! Siamo però di fronte a una coppia di personaggi che durante la commedia si riveleranno più simili di quanto sembrassero all’inizio?”
“Sì, all’inizio sembrano proprio provenienti da mondi diversi – precisa Barbara Bertato – “Nel primo quadro sembra proprio che vogliano occupare due dimensioni, due mondi e due spazi diversi. Poi capiscono di essere molto più vicini e nello stesso sistema di vita.”
“Passiamo al punto chiave dello spettacolo: è l’ascensore il vero protagonista della storia?”
“Assolutamente sì” – rispondono i due all’unisono e Colina spiega: “E’ il vero protagonista e chi vedrà lo spettacolo rimarrà colpito da una cosa particolare. Il suo protagonismo nasce dal fatto di essere uno spazio ristretto e questo crea divertimento e comicità, perché costringe i due attori a non uscirne. Poi fa nascere la possibilità che accada qualcosa, perché i due sono obbligati ad ascoltarsi, a relazionarsi e a parlarsi.” Prende la palla al balzo Barbara: “E’ decisamente lui a comandare quando si ferma!“
“Insieme avete fatto diversi spettacoli e la vostra è una coppia artistica più che rodata. Qual è quello a cui siete più affezionati?”
“In realtà non ne abbiamo fatto così tanti – precisa Barbara Bertato – “A contarli sono tre: Le direzioni dell’amore, Mia moglie parla strano e questo di cui stiamo parlando….” ” Però abbiamo fatto tante date!” esclama Alfredo Colina.
“Mia moglie parla strano ha girato tantissimo” – torna alla carica Barbara Bertato, che puntualizza: “Più faccio questo spettacolo più me ne innamoro. Se mi avessi fatto questa domanda prima, ti avrei risposto che Mia moglie parla strano è il mio preferito, perché parlo napoletano e per me è un ritorno alle origini. Ma mi sto innamorando parecchio di questo.”
“Allora diciamo che forse lo spettacolo migliore è quello che dovete ancora fare?”
“Bravissimo!” – esclama Barbara – “Mi sembra quanto meno un buon augurio! Grazie!”
“Al di là dello spettacolo io continuo a essere artisticamente innamorato di Barbara perché è molto brava, mi fa ancora ridere, e perché per noi andare in teatro non significa andare “in esecuzione”, ma andare “in vita” – conclude Colina: noi viviamo davvero la storia che interpretiamo e questo ci dà realmente quella marcia in più che ci fa ancora divertire! Se una coppia artistica non è affiatata sul palco, si vede! Eccome se si vede!”
- Intervista video di Andrea Simone
- Si ringrazia Federica Zanini per il supporto professionale