Ottavio Camaldoli è un mite e tranquillo insegnante di lettere costretto a un trapianto cardiaco. Il cuore nuovo, però, arriva da un feroce delinquente che come ultimo desiderio ha espresso di essere vendicato proprio dall’uomo che riceverà l’organo vitale. Questo porterà a un cambiamento radicale nella vita di Ottavio, che da uomo pavido e remissivo si trasformerà in un cinico senza scrupoli.
Con tutto il cuore è la commedia scritta e diretta da Vincenzo Salemme, che torna al Teatro Manzoni di Milano dall’11 dicembre al 1° gennaio. Con la sua compagnia festeggerà sul palco l’arrivo del 2019 brindando con l’affezionato pubblico milanese la sera di San Silvestro e con due spettacoli il primo dell’anno. In scena, oltre a Salemme, sono protagonisti Domenico Aria, Vincenzo Borrino, Antonella Cioli, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Giovanni Ribò e Mirea Flavia Stellato.
La parola a Vincenzo Salemme
“In che modo il trapianto di cuore sconvolge la vita di Ottavio?”
“La sconvolge perché il cuore che gli danno è quello di un delinquente accanito. Quindi tutti pensano che il mite professore di latino e greco possa essere diventato più aggressivo, feroce e crudele grazie al fatto che prende il cuore di un delinquente. Ovviamente io so che non è possibile e che non è così. Tuttavia questo povero cristiano è costretto a diventare ‘il barbiere’ perché il delinquente morto veniva chiamato così. Dopo aver ammazzato le proprie vittime, infatti, gli tagliava barba e capelli. Passa quindi forzatamente da professore a barbiere nel senso metaforico del termine.”
“Ancora una volta lei porta in scena una commedia che rappresenta tutte le sfaccettature dell’animo umano?”
“Non tutte, perché non ho questa presunzione. Io racconto solo le mie paure, sono una persona assolutamente comune e vivo come tale. Faccio un lavoro privilegiato per cui non posso avere sempre il polso della situazione, però ho tanti spettatori che parlano con me. Evidentemente era nell’aria un modo diverso di vedere le persone. Io sono nato nel 1957 e ho visto gli anni ’60, quelli dell’ottimismo in cui si andava avanti. Adesso invece tendiamo a chiuderci.“
“Sono le nostre scelte a rivelare la nostra natura più profonda?”
“Non sempre. A volte siamo costretti a scegliere. Si dice che c’è il libero arbitrio, ma in questo caso i buoni non hanno difficoltà perché sono fessi. Le hanno perché nessuno gli dice mai grazie, non si sentono gratificati. Il nutrimento della bontà è la gratitudine degli altri. Se questa manca, le persone non si sentono riconosciute. Bisognerebbe riconoscere a tante persone i sacrifici che fanno per rimanere oneste, per andare avanti senza avere pubblicità.“
“Ha scelto Milano per fare il Capodanno perché ha iniziato a scrivere qui ‘Con tutto il cuore’ alla fine del 2017, e dunque per motivi affettivi, o lo avrebbe fatto lo stesso nel capoluogo lombardo anche se avesse scritto la commedia da un’altra parte?”
“Il Teatro Manzoni ci ha chiamati qui perché fa piacere a entrambi. Io farei sempre il Natale al Manzoni, al di là della commedia che faccio. La festa è sempre bellissima. Se lo spettacolo piace, è ancora più bella.”