Liolà è un don Giovanni senza morale che con il suo comportamento scombussola l’apparentemente morigerata società in cui si muove. Una società dominata al contrario dalla brama di benessere materiale, pervasa da intrighi e vendette incrociate.
Liolà è in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 24 ottobre. Francesco Bellomo ha adattato il testo di Luigi Pirandello e ha firmato la regia dello spettacolo di cui è protagonista Giulio Corso con Enrico Guarneri, Caterina Milicchio, Alessandra Ferrara, Margherita Patti, Alessandra Falci, Sara Baccarini, Giorgia Ferrara, Federica Breci, Nadia Perciabosco ed Emanuela Muni.
A tu per tu con Giulio Corso
E’ davvero un personaggio così senza morale Liolà?
Liolà rappresenta al meglio il frutto del creato. E’ come un essere vivente a metà strada tra il mondo dei vivi e il mondo delle entità superiori. Come le entità superiori sa amare e ci insegna ad amare, però come loro bisogna avere timore di loro. Quindi ci insegna come si ama, però anche come si vendica, come si punisce chi ha sbagliato e come si può ottenere giustizia. Quindi direi che è un personaggio che rappresenta il creato in tutte le sue bellezze e storture.
Che cosa lo infastidisce della società in cui vive?
Secondo me c’è soltanto una cosa che lo infastidisce: l’imprevisto. Quello che lo turba è una cosa che non aveva calcolato.
In che modo Liolà infrange le regole della moralità comune?
Probabilmente con l’amore. Oggi chi è capace di amore così incondizionato, così puro e così gentile attrae a sé una serie di invidie. Non è un caso che Pirandello sia interessato a questa storia, perché la mente di un genio ha partorito una storia comune, che tutti conosciamo, ed è la storia di una persona talmente capace di amare che attira a sé invidie, ingiustizie e dissapori.
Come mai il regista Francesco Bellomo ha voluto ambientare l’azione negli anni ’40?
E’ una scelta puramente estetica, ma io credo che lui in principio abbia voluto raccontare la Sicilia che ha conosciuto, quella di Agrigento e di suo padre, dove lui è stato cullato e dove ha avuto i natali. E’ una Sicilia non troppo distante da quella di cui parlava Pirandello.
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- Intervista video di Andrea Simone
- Foto in evidenza del sito del Teatro Manzoni
- Si ringrazia Manola Sansalone per la collaborazione