“COSI’ E’ (FORSE)”: PIRANDELLO SECONDO FRANCESCO LESCHIERA

Un vernissage. La presentazione al pubblico di una misteriosissima e giovane performer scampata a un terremoto. Un curatore che organizza l’evento. Un critico che deve valutare. Una giornalista che deve raccontare. Una custode che deve sorvegliare. Un pubblico/coro estremamente eterogeneo che commenta, osserva, tocca, spettegola, ipotizza, annusa, fotografa e assorbe, in una parola fruisce dell’artista nelle maniere più svariate.

Cosi è (forse) di Luigi Pirandello è in scena al Teatro Litta di Milano fino all’11 novembre. Nato da un’idea di Francesco Leschiera e riadattato da Giulia Lombezzi, è diretto dallo stesso Francesco Leschiera e vede protagonisti Ettore Distasio, Andrea Magnelli, Camilla Violante Scheller, Alice Bignone, Anahi Traversi ed Ermanno Rovella.

Intervista a Francesco Leschiera

“E’ giusto definire questo spettacolo una farsa brillante?”

“Sì, c’è Pirandello dentro questa nostra riscrittura. Infatti il titolo è “Così è (forse)” ed è preso dal “Così è (se vi pare)” di Pirandello. Però questa volta, a differenza del nostro percorso e del lavoro sui classici che portiamo avanti da qualche anno, abbiamo deciso di partire dai temi che ci sono nel “Così è (se vi pare)” di Pirandello per riscrivere un testo nuovo. A me è venuta l’idea di ambientarlo nel mondo dell’arte e di interrogarmi sul tema della verità nell’arte. Quindi abbiamo collocato lo spettacolo all’interno di un vernissage, durante una serata in cui c’è una performer che verrà presentata con le sue installazioni. All’interno del vernissage ci sono una serie di personaggi tratti dal “Così è (se vi pare)”, però poi sono stati trasposti in questa sala. Quindi ci saranno il Laudini (cioè il Laudisi), il curatore della mostra, la performer, la custode, il critico e un ufficio stampa. Però tutto arriva da Pirandello, che è molto presente in questo testo scritto da Giulia Lombezzi.”

“Che tipo di lavoro avete fatto rispetto a quanto già scritto da Pirandello?”

“E’ proprio una riscrittura. Io ho riletto il testo, ho avuto queste suggestioni sul tema della verità, mi sono incontrato con Giulia, ho coinvolto anche Antonello Antinolfi, che è il drammaturgo del Teatro del Simposio, e abbiamo iniziato a fare una serie di riflessioni. Poi Giulia ha riletto e studiato Pirandello, estrapolando i nuovi personaggi che poi non sono così nuovi perché c’è dentro Pirandello.”

“Che ruolo ha l’arte in questo spettacolo?”

“E’ fondamentale perché il tema della verità è quello su cui ci troviamo, quindi è la verità dell’arte ma anche delle persone. Ci sono delle performance che sono anche citazioni di spettacoli teatrali, quindi l’arte è il centro.”

“Cosa traspare del rapporto tra opera e artista?”

“Chi verrà a vedere lo spettacolo deciderà che rapporto ci sarà tra la sua opera e quello che l’artista vuole veramente dire, perché è un gioco a tre tra chi fa l’opera, chi l’ha creata e chi ne usufruisce. Qual è la vera verità? Quella dell’artista o quella che capiamo noi guardando un’opera? Chi lo sa?”

(intervista e riprese video di Andrea Simone)