RAUL CREMONA, “LA MAGIA DI SANT’AMBROEUS”

Il 2021 si chiuderà all’insegna della magia per la città di Milano grazie a un galà magico. L’estro di Raul Cremona, presentatore e mattatore della serata, insieme a Felipe Beretta e ad un cast di caratura internazionale, daranno vita ad uno straordinario incontro tra il pubblico milanese e la magia.

La magia di Sant’Ambroeus è in scena al Teatro Manzoni di Milano con Raul Cremona dal 4 all’8 dicembre. Ne sono protagonisti anche Felipe Beretta, Paolo Carta, Sara, Julian De Rosa, Maxim, Gabriele Verzolla e Nikolas Albanese.

Quattro domande a Raul Cremona

C’è qualche numero inedito rispetto ai cavalli di battaglia che presenterà?

Il festival è già di per sé un fatto inedito, nel senso che ci sono un’infinità di novità assenti nelle precedenti edizioni. Questa però è La magia di Sant’Ambroeus e la struttura è la stessa del festival. Avremo Paolo Cappa e Sara, due grandi professionisti molto bravi che producono una serie di illusioni molto originali, varianti di magie che conosciamo nella versione classica: per esempio la metamorfosi di Houdini, dove la donna si scambia con l’uomo. In questo caso ci saranno delle modificazioni che non anticipo, ma uniche comunque nel loro genere. Poi abbiamo ospiti stranieri e italiani di tutto riguardo, come un campione nostrano di manipolazione. Non mancheranno i nostri maghi milanesi.

Lei sul palco non è solo, ma si avvale della collaborazione di numerosi prestigiatori, anche a livello internazionale. Come mai ha avuto l’idea di coinvolgerli nello spettacolo?

A nessuno è mai venuto in mente di presentare una kermesse come questa. In tanti anni c’è stata solo qualche iniziativa sporadica nel passato, ma un teatro importante come il Manzoni non ha mai ospitato un festival di questo livello. E’ una struttura che per noi prestigiatori è semplice e lineare. Quando andiamo in Europa, a Londra o a Parigi, siamo abituati a vedere dei gala di illusionismo, ma in Italia è una tradizione che non esiste e che io ho voluto riscoprire e regalare a Milano.

In che modo la poesia entra a far parte dello spettacolo?

Nella magia c’è sempre poesia. Basti pensare che alla fine del primo tempo racconto una storia durante la quale un grande illusionista del diciottesimo secolo sparì completamente durante uno dei suoi spettacoli per nascondersi nelle proprie casse. La sua partner fece di tutto per ritrovarlo. In questa grande illusione lui si ricongiunse ed apparvero direttamente da un cabinet vuoto, nel quale lei prima sparì e poi riapparve insieme a lui. La magia è quasi sempre poesia: è narrazione, storytelling e storie che hanno quasi sempre un finale e una matrice romantici.

Il titolo suggerisce che ci sia anche tanta milanesità nello spettacolo. E’ così?

C’è Raul Cremona, più milanese di così! Qualche volta mi scappa qualche termine in dialetto. La stessa mia parola magica “Sim Sala Min” è una variante della più famosa “Sim Sala Bim”, che però fa entrare Sala Min, un modo di dire tipicamente milanese che i nostri genitori usavano ai nostri tempi per indicare i bambini quando combinavano qualche marachella. Quindi la mia parola magica è diventata questa.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Manola Sansalone per il supporto professionale
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