Con il pretesto di un corso che fornisca gli strumenti per diventare DONNE PERFETTE, due attrici, Federica D’Angelo e Luisa Bigiarini – nello spettacolo Gina e Gina – percorrono tutti i temi considerati prerogative femminili: la cura del proprio corpo come atto d’amore verso loro stesse, il miglior comportamento da tenere al primo appuntamento, l’innominabile ciclo mestruale e l’approccio al sesso.
Va’ Gina – tutto quello che serve sapere per essere una Gina moderna è in scena al Teatro della Cooperativa fino al 19 giugno. Oltre a esserne protagoniste, Federica D’Angelo e Luisa Bigiarini hanno anche scritto il testo e firmato la regia con la supervisione artistica di Walter Leonardi.
Quattro domande a Federica D’Angelo
Perché, per capire cosa significa essere una donna oggi, bisogna partire dalle origini e dagli insegnamenti che vengono tramandati di generazione in generazione?
E’ un’affermazione provocatoria: le nostre nonne, bisnonne, mamme e zie ci insegnano cosa vuol dire essere donna, cosa è tipico delle femmine e ci riguarda, e cosa è invece caratteristico dei maschi e non ci compete. A dettare legge nel nostro quotidiano sono le regole del patriarcato, che non ha niente a che fare con il mondo femminile.
Infatti. Nello spettacolo c’è un gioco di continui smascheramenti dell’ipocrisia del patriarcato. In che modo lo affrontate?
Con grande leggerezza e ironia. Ci sembrava infatti la formula più vicina a noi e la più immediata per il pubblico. Noi ci presentiamo come due relatrici che devono fare un corso accelerato per diventare una donna moderna e invece ci rendiamo conto che per essere donne oggi siamo molto condizionate dalla nostra società patriarcale.
Quanto è forte la presenza del femminismo e dell’orgoglio femminista, ovviamente affrontato con ironia, in questo spettacolo?
Parliamo solo di questo aspetto e lo si capisce già dal titolo, volutamente provocatorio proprio per dire che si può nominare anche l’organo genitale femminile, non solo quello maschile.
Questo non è solo uno spettacolo, ma anche un atto di coscienza, politico e di denuncia. In che modo lo è?
Nella maniera in cui diciamo che il patriarcato è talmente presente nelle nostre vite quotidiane che quasi non ce ne accorgiamo. Tre anni fa ho letto Manuale per ragazze rivoluzionarie, un libro scritto da Giulia Blasi che mi ha illuminato, in cui si parla del fatto che in pubblicità, sui giornali e in molte pagine di letteratura la donna è considerata ancora e comunque il secondo genere.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Giulia Tatulli per la collaborazione
- Foto in evidenza di Michela Piccinini
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