Il cast di “Non si sa come” presenta lo spettacolo

Non si sa come è l’ultima opera teatrale di Luigi Pirandello, che scandaglia la vicenda del conte Romeo Daddi: l’uomo tradisce, durante un improvviso momento di debolezza, la moglie Bice con Ginevra, consorte dell’amico di famiglia Giorgio Vanzi. Questo atto, compiuto in uno stato di totale inconsapevolezza, rievoca in Daddi un’altra figura affogata in un passato lontano, concatenata nel mondo e a tutti segreta.

Non si sa come è in scena al Pacta Salone di Milano fino al 29 maggio. Diretto da Paolo Bignamini, lo spettacolo vede protagonisti Maria Eugenia D’Aquino, Riccardo Magherini, Alessandro Pazzi, Marco Pezza e Annig Raimondi.

Intervista a Paolo Bignamini

Come si fa a compiere un tradimento in uno stato di inconsapevolezza?

Quello che suggerisce Pirandello in questo testo è che la questione si basa più sull’inconsapevolezza che sull’innocenza. Pirandello dice che Romeo Daddi commette non uno ma ben due delitti senza volerlo. E’ come se a un certo punto qualcosa di eccedente, di non controllabile e di non abituale nella realtà prendesse il sopravvento e portasse a commettere questi delitti che lui però definisce come innocenti, perché sono crimini compiuti senza la volontà di commetterli.

Questo apre ovviamente una serie di problemi, uno dei quali è che Romeo si sente in colpa per quello che ha commesso e vuole espiare quello che ha fatto, ma siccome sono delitti innocenti, sono stati addirittura sepolti, perché nessuno ha avuto consapevolezza e conoscenza di questi delitti. Né il primo che ha commesso da ragazzo né il secondo. Romeo si trova nella situazione di voler un’espiazione e al tempo stesso di non poter dire quello che ha commesso, altrimenti distruggerebbe tutte le convenzioni sociali di cui è fatta la sua rete di relazioni.

Quali sono le colpe di Romeo Daddi?

Quelle che lui spera di trovare in tutti gli altri uomini. Romeo dice cioè di aver bisogno di sapere che quello che è successo a lui può capitare a tutti. Cerca di trovare nella natura umana qualcosa che possa scusare il suo delitto, che lui dice di aver commesso in totale incoscienza e inconsapevolezza. Il problema di questa forza, che sta al di là della sua volontà, destabilizza la sua vita e lui dice di vedere come stanno le cose, al punto tale da non riuscire più a fingere di credere e di raccontare che stiano come stanno.

Perché Daddi non sente la responsabilità del delitto?

Non è che non la senta. Non è detto che non sia quella che noi abitualmente chiamiamo responsabilità. E’ una responsabilità senza che lui se ne senta responsabile. Lui si sente schiacciato da quello che ha compiuto, eppure proprio perché sa di averlo commesso non sapendo come, ritiene di non potersene fare carico fino in fondo e di portare il peso di questo delitto.

Riuscirà Daddi a riprendersi dallo sconforto?

Sarà dura!

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Giulia Colombo per la collaborazione
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