Novecento è sicuramente una buona storia, scritta dal miglior Alessandro Baricco e raccontata da Corrado d’Elia con intensità poetica e con la leggerezza di un sogno, suonando con magia una partitura di fini emozioni. La storia incredibile, fantastica, quasi irreale di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista del mondo, nato su una nave e lì vissuto per tutta la vita senza mai scendere. Novecento è in scena al Teatro Litta di Milano dal 6 al 18 dicembre.
Intervista a Corrado d’Elia
Cosa ti ha affascinato di questa storia?
E’ una storia meravigliosa, che mi sono regalato. E’ stato un regalo che mi sono fatto quando ho compiuto quarant’anni e fino ad allora non avevo mai recitato da solo. Arrivavo da tanti testi importanti portati in scena sempre con tanti attori: Goldoni, Shakespeare e altri. Invece, proprio scientemente mi sono regalato un monologo ed era il primo di tanti. Ha un senso speciale per me e inoltre è un testo meraviglioso, è davvero uno dei testi più belli che siano mai stati scritti per il teatro contemporaneo. E’ una storia stupenda, tra l’altro perfetta per il periodo natalizio.
Perché la musica di Novecento era indefinibile?
Ovviamente il personaggio è un personaggio fantastico, da sogno, non a caso da film. Parliamo di una storia fantastica e quindi in qualche modo le atmosfere, le cose che si dicono, la scrittura del testo sono veramente fantastiche. Novecento suona quindi una musica che non si può afferrare. Lasciamo ovviamente alla fantasia dello spettatore o del lettore ogni interpretazione. Ricordiamoci però che questo è un testo scritto esattamente per il teatro.
Quanto c’è dell’atmosfera degli anni Venti?
Erano gli anni in cui cominciava una strana musica. Non erano gli inizi del jazz da sala come lo immaginiamo, ma quel primo jazz molto sentito, per esempio il rag time. Erano le prime musiche e ovviamente restituiamo l’atmosfera cercando di farla passare con gli occhi contemporanei, quindi con le Puppini Sisters e con una serie di gruppi che poi riprendono quelle musiche, le rifanno e le rimandano. E’ un bel mix di musica. C’è un po’ di testo e un po’ di musica. Le due cose vanno insieme, del resto parliamo di un grande musicista. Come non parlare di una grande musica?
In che modo le parole diventano musica?
Le parole sono musica. Siamo noi a dare il senso e il significato, ma in realtà noi emettiamo dei suoni che sono musica. Ci sono lingue più musicali, l’italiano è meraviglioso. Ci sono lingue più dure, che scorrono, che fanno delle consonanti e delle appoggiature. Noi invece abbiamo una lingua meravigliosa che è la lingua di Dante e di tanti altri poeti. Le parole sono musica, soprattutto per un attore e per qualcuno che deve raccontare e gestire questa cosa. Non c’è solo la lingua ma ci sono le appoggiature e le pause. Anche tutto questo è musica.
- Intervista video di Andrea Simone
- Si ringrazia Alessandra Paoli
- Clicca QUI per iscriverti al canale Youtube di Teatro.Online e vedere tutte le nostre interviste video