La piaga sociale di un adolescente messo all’angolo. La storia di Gio, un ragazzo profondamente convinto di non essere amato né dai genitori né dai compagni di classe, che lo sottopongono a ogni genere di sopruso e tortura umiliante. Finché Gio non decide di scappare per non essere più trovato da nessuno. Sarà però uno dei bulli a dare una svolta alla situazione…
Nascondino è uno spettacolo prodotto da Giuseppe Di Falco e dalla Montessori Brescia Società Cooperativa Onlus. Lo trovate in scena al Teatro San Babila di Milano dal 18 al 20 febbraio. Diretto da Fabio Marchisio, vede protagonisti Andrea Manuel Pagella e Luca Vernillo De Santis.

Intervista a Giuseppe Di Falco
Quanto è simile la storia di Gio a quella di tanti ragazzi di oggi?
E’ una storia assolutamente attuale, perché due ragazzi si ritrovano all’interno di una grotta, in un contesto fuori dal mondo. Questa occasione consente loro di scoprirsi, ma anche di aprirsi vicendevolmente, di raccontarsi le proprie storie, la propria vita e anche un po’ il proprio punto di vista rispetto al mondo che li circonda. E’ la vicenda di tanti adolescenti e anche di tanti adulti, che magari hanno avuto qualche difficoltà quando erano più giovani. Speriamo che, vedendo questo spettacolo, i ragazzi e i giovani di oggi si sentano più liberi di essere se stessi.
Quanto sono state d’aiuto le istituzioni e le onlus per la promozione di questo spettacolo?
Noi abbiamo avuto un grande appoggio dal Comune di Brescia, che ha sostenuto il progetto fin dalla nascita grazie alla preziosa e fondamentale collaborazione della Montessori Brescia Società Cooperativa Onlus, che ha coprodotto insieme a me lo spettacolo. Non si tratta infatti di una semplice pièce teatrale, ma è un vero e proprio spettacolo pedagogico, perché – abbinato al testo – c’è un progetto strutturato e firmato dal professor Raffaele Mantegazza, docente di scienze umane all’Università Bicocca di Milano, che ha dato vita a un piano di lavoro molto interessante per i ragazzi delle scuole superiori. Devo inoltre ringraziare l’assessora alle Politiche Giovanili e alle Pari Opportunità Roberta Morelli, che ha creduto fin da subito in Nascondino, sostenendolo con il proprio assessorato e il Comune di Brescia.
Possiamo sperare che questa sia anche una storia di rivalsa?
Assolutamente sì. E lo è perché parte dai giovani e dalle nuove generazioni, muovendosi in punta di piedi, senza troppi fronzoli né peli sulla lingua. C’è bisogno di un focus su questi temi e abbiamo deciso di metterlo attraverso il corpo, la voce e l’anima di due attori da un certo punto di vista inesperti, ma che hanno modo di regalare agli spettatori 70 minuti di un’intensità forse mai vista prima.
Sei d’accordo con me nel dire che la visione di uno spettacolo come “Nascondino” dovrebbe essere resa obbligatoria nelle scuole per combattere la pericolosissima piaga del bullismo?
Lo sono in tutto e per tutto! Noi siamo partiti proprio da questo e vogliamo che Nascondino non esaurisca la sua vita nella stagione in corso, ma che diventi un vero e proprio manifesto di libertà: per non avere più paura, ma soprattutto per essere se stessi e non subire più atti di bullismo o discriminazione. L’obiettivo è specialmente quello di far trovare a ognuno il proprio posto nella società.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Roberta Cucchi per la collaborazione
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