Michele Di Giacomo, “Lecite visioni”

Lecite Visioni, Festival lgbtqia+, ideato e promosso dal Teatro Filodrammatici, giunge alla 10° edizione, con la nuova direzione artistica di Michele Di Giacomo.

La rassegna si svolgerà dal 3 al 7 maggio 2023, in 5 giorni dedicati al racconto di vite, storie, temi, battaglie lgbtqia+ attraverso spettacoli di teatro, danza e performance. Un programma multidisciplinare e contemporaneo arricchito da incontri, dibattiti, presentazioni e laboratori, per un evento non solo da guardare ma anche a cui partecipare per discutere, approfondire, condividere.

Per quanto riguarda la prosa, gli spettacoli in cartellone sono quattro: il 3 maggio Acanto, di Nicola Russo, con Alessandro Mor e Gabriel Graham Gasco; il 4 maggio duemillimetri di e con Dario Muratore e Massimo Vinti; il 5 maggio Cloud, nato da un progetto di Giovanfrancesco Giannini che ne è anche protagonista e il 6 maggio Catterina, diretto da Andrea Macaluso e interpretato da Silvia Paoli.

Intervista al direttore artistico Michele Di Giacomo

Cominciamo da “Acanto”. Tutto nasce in un luogo che rappresenta un difficile contesto…

Due uomini, un ragazzo e un uomo più maturo si incontrano in uno spazio neutro: la sala d’attesa di un reparto HIV. Qui non raccontano solo le loro storie sentimentali e sessuali, ma parlano anche di loro stessi in un conflitto intergenerazionale. Nicola Russo mi ha inviato il testo e abbiamo voluto metterlo in scena insieme con una prima nazionale al Teatro Filodrammatici per “Lecite visioni”. Con questo spettacolo raccontiamo sia l’iter legato all’Hiv sia soprattutto la storia di due generazioni differenti e dell’approccio di due individui alla sessualità in epoca moderna, quella di un giovane ragazzo e quella di un uomo degli anni Settanta più maturo.

“duemillimetri” prende spunto da un fatto di cronaca avvenuto nella Sicilia del 1980…

Il cosiddetto “delitto di Giarre”: due ragazzi vengono trovati quasi abbracciati, distanti 2 mm. In quello spazio che li ha separati e che non ha permesso loro di rimanere nudi, c’è un mondo intero. E’ contenuto il racconto di una Sicilia che negli anni Settanta li ha sacrificati in quanto omosessuali. E’ quindi un delitto di matrice omofoba e i nostri due interpreti raccontano quest’assassinio – fondamentale anche per la battaglia e la creazione di Arcigay – mettendosi nei loro panni, come due ricercatori che vogliono capire se è ancora presente nel territorio siciliano questo nucleo di omofobia e odio.

“Cloud” ci porta nel mondo del web e della tecnologia.

E’ uno spettacolo stupendo di Gianfrancesco Giannini. Possiamo assimilarlo a una pièce di danza perché Gianfrancesco è un danzatore eccelso. E’ un racconto di corpi: attraverso Internet, l’autore, tramite una nuvola (Cloud), passa da un’immagine all’altra e quella dei corpi liberi o prigionieri è lì per interpretarli. Una delle tematiche essenziali parla di due estremi opposti: una drag queen e gli omosessuali perseguitati in Cecenia. I corpi vengono imprigionati, picchiati, martoriati e seviziati. Sarà quindi un viaggio attraverso Internet e la sensibilità delle performer di scena.

“Catterina” ci racconta la storia di Catterina Vizzani. Chi era?

Un esempio incredibile. Una vicenda pazzesca avvenuta nel Settecento in Toscana. Andrea Macaluso e Silvia Paoli hanno trovato un libello scritto nel diciottesimo secolo da un medico che fece un’autopsia a un uomo e scoprì che era una donna. Si appassiona alla storia, ne ripercorre la vicenda e la racconta a tutti. Caterina decide di vestirsi con abiti maschili, di assumere l’identità di uomo, di vivere come tale nella Toscana del Settecento e quando si innamora, viene uccisa. E’ uno dei primi casi di transgenderismo che conosciamo. Il testo è costituito da questo racconto crudo, a volte decameronesco, quasi boccacesco, ma incredibile e pazzesco già nel Settecento.

  • Intervista di Andrea Simone
  • Si ringrazia Anna De Francesco Gatti
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