Due storie diverse nella stessa famiglia. Due realtà una di fronte all’altra che smascherano una vita intera fatta di bugie e falsità. In scena due sorelle molto diverse fra loro.
Giochi notturni è in scena alla sala Cavallerizza del Teatro Litta di Milano il 29 settembre. Giulia Di Sacco ne ha firmato il testo e ne è protagonista con Francesca Macci e Lapo Sintoni che dirige lo spettacolo.
La parola a Giulia Di Sacco e Lapo Sintoni
Quello che avviene tra le due sorelle protagoniste è più un confronto o uno scontro?
Giulia Di Sacco: Partiamo da un confronto e dal loro rapporto di sorellanza che le vede molto vicine, in cui cercano di trovare una soluzione a un problema, che inevitabilmente, con il passare del tempo, rivelerà uno scontro molto aperto, latente, inevitabile e senza esclusione di colpi.
Quanto le parole dell’una fanno rimettere in discussione le scelte, i pensieri e le azioni dell’altra?
Lapo Sintoni: A seconda del carattere e del ruolo di ciascuna delle due, succede tanto da un lato ma meno dall’altro. Questo avviene a causa delle basi di partenze che lo spettatore vede in scena. Sono due caratteri molto differenti: una sorella ha un affetto spassionato, un legame e un bisogno rispetto all’altra, che invece ha una certa immagine e impostazione di famiglia, di rapporto e di nucleo familiare. Entrambe si influenzano: una si lascia cambiare di più dalle proposte dell’altra, che rimane maggiormente ancorata alle proprie idee, anche se a suo modo segue comunque un determinato percorso.
Siamo di fronte alla crisi della famiglia intesa come istituzione?
Giulia Di Sacco: Sì. Noi raccontiamo la storia di una famiglia le cui fondamenta sono molto instabili, all’interno della quale crescono, barcollando nel nostro mondo, due sorelle, Margherita ed Elisa. Nello spettacolo si parla molto di famiglia e di che cosa significhi esserlo, degli obblighi e dei doveri che questo concetto porta con sé. Discutiamo anche di un legame affettivo e di quanto gli aspetti legati a un nucleo familiare spesso si confondano e portino anche confronti e scontri all’interno della stessa.
Dal punto di vista legale, perché per ogni processo che comincia ce n’è uno che manca?
Lapo Sintoni: Questo è un detto valido soprattutto per questo spettacolo, perché ci sono persone che hanno la possibilità di denunciare e di far valere i propri diritti, mentre altre non possono farlo perché manca loro un supporto. Noi cerchiamo di analizzare i motivi che portano a una determinata scelta, in questo caso per un processo che non ha potuto svolgersi. Durante lo spettacolo si scoprono le varie motivazioni e il risultato si vede in scena.
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Alessandra Paoli per la collaborazione
- Clicca QUI per vedere le interviste video di Teatro.Online