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IL TEATRO MILANESE AL CENTRO DELLA SCENA

“DIALOGO”: UNA STORIA D’AMORE IN MUSICA

di Andrea_Simonesu 9 Aprile 2018in HANNO DETTO DEL TEATRO...
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Due ragazzi sconosciuti, una spiaggia assolata della Sicilia, un caldo pomeriggio d’estate. Un incontro casuale ma allo stesso tempo determinante per due destini. La nascita di un figlio e la solitudine della coppia formata da Ada e Santuzzo, causata dalla lontananza, dai tempi che cambiano e da ambizioni che si vogliono realizzare per non restare incatenati a un passato. Tutto comincia da un dialogo che si trasforma prima in musica e poi in poesia, dove le parole delle canzoni accompagnano la storia d’amore dei protagonisti.

Dialogo è in scena al Teatro Delfino di Milano il 13 e il 14 aprile. Scritto da Elisabetta Tulli, diretto da Mauro Simone e con le musiche di Luca Tudisca, alla chitarra sul palcoscenico insieme ai due protagonisti Elena Nieri e Matteo Volpotti, lo spettacolo racconta una storia d’amore semplice ma allo stesso tempo complessa, cui i brani danno un valore aggiunto particolare.

La parola a Luca Tudisca

“Com’è nata l’idea di questo progetto?”

Grazie alla mia volontà di portare le mie canzoni e la mia musica in teatro. C’era la possibilità di farlo proponendole sotto forma di spettacolo teatrale, quindi la canzone-dialogo diventa il fulcro della pièce. E’ la storia di due persone che stanno insieme da 50 anni e che ho conosciuto per caso. Da qui si evolve la storia che passa attraverso il dialogo.

“Infatti. In che modo proprio il dialogo, e quindi la relazione tra i due protagonisti, riescono a durare addirittura 50 anni?”

Non è facile, ma Ada e Santuzzo ci riescono grazie alla loro voglia di dirsi sempre tutto, di non nascondersi nulla, di confrontarsi e di mettersi a nudo per quello che sono. Il segreto potrebbe essere questo.

“Hanno più importanza le parole o la musica? Oppure sono due aspetti complementari?

Sono due aspetti complementari e importanti. Il messaggio deve passare, ma deve avere a che fare con una melodia piacevole che ha il compito di raggiungere il pubblico. Forse do leggermente più importanza al testo, ma la forma e il contenuto si completano.

“Nello spettacolo è molto importante la figura di un cappotto, che diventa metafora. In chiusura vogliamo approfondire questo aspetto?”

E’ essenziale, in quanto è un oggetto che assume tantissimi significati: rappresenta il tempo che passa, il figlio, un indumento e la stanchezza degli anni. E’ uno strumento semplice che sembrerebbe solo far parte della scenografia, ma che a un certo punto si anima e prende vita in scena.

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