“DIAMOCI DEL TU”: INTERVISTA A ENZO DECARO

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Il Teatro Carcano di Milano propone fino a domenica 13 novembre “Diamoci del tu”, uno spettacolo che vede protagonisti Anna Galiena ed Enzo Decaro. Con la regia di Emanuela Giordano e l’adatttamento teatrale di Pino Tierno, “Diamoci del tu” è una commedia del 2012 scritta dal pluripremiato autore canadese Norm Foster.

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In scena un uomo e una donna che convivono da anni sotto lo stesso tetto senza dividere affetti e intimità. Non si parla infatti di una coppia, ma di una domestica e del suo datore di lavoro. Lui, un romanziere famoso, fa quasi fatica a ricordare il nome della donna, preso com’è da se stesso. A sorpresa, all’improvviso pare interessarsi alla vita di lei. Sembra quasi che voglia recuperare il tempo perduto o abbia semplicemente tempo da perdere. Lei interloquisce in modo spiazzante, utilizzando un linguaggio ironico, colto e beffardo.

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Anna Galiena ed Enzo Decaro, intervistato da Teatro.Online, si sfidano qui con intelligenza e sensibilità.

“In che cosa stanno la forza e l’originalità di questo rapporto?”

“Con i protagonisti di ‘Diamoci del tu’ noi ci misuriamo ogni sera. La drammaturgia di Norm Foster è molto ambiziosa. Non a caso e abbastanza giustamente questo commediografo canadese è stato paragonato a Neil Simon . Con un’aggiunta in più: quella cioè di cercare i punti di forza di questi due personaggi nelle loro debolezze, i punti di comunicazione nei loro silenzi; le cose da dirsi nelle cose non dette. Quotidianità e grandi temi della vita qui si mischiano insieme. Tra questi due personaggi, una domestica e uno scrittore che convivono da 28 anni in perfetta armonia lavorativa, una sera succede qualcosa. Ci sarà una sliding door che aprirà le loro anime e la comunicazione tra di loro. Ogni sera noi insieme agli spettatori vediamo in tempo reale lo svolgersi di questi eventi”.

“Come avviene la costruzione progressiva del rapporto tra i due personaggi?”

“Nel testo scritto era più che altro una comunicazione letteraria, essendo Norm Foster soprattutto uno scrittore. Noi ci siamo impelagati a costruire il rapporto in uno spazio scenico in tempo reale. La pièce dura 90 minuti, che sono esattamente il tempo di conversazione sulla porta di casa di questi due personaggi che si scoprono e si rivelano. Potrebbe essere come uno show di fioretto: quando uno avanza, l’altro è costretto a indietreggiare e viceversa. La costruzione è soprattutto di carattere emotivo ed emozionale. Questo è interessante perché riguarda molto anche lo spettatore che viene coinvolto, fatto divertire, disturbato, infastidito e interessato da quello che succede sul palcoscenico”

“E’ una sfida? C’è competizione tra i due?”

“Sicuramente è una rivelazione. Però ben presto diventa una sfida più che contro l’altro verso se stessi. Perché ognuno di loro ha un patrimonio di ‘non-detto’ accumulato in tutti questi anni. Ovviamente è molto diverso: è più femminile ed emozionale per quanto riguarda la domestica e di carattere più intellettuale e più apparentemente profondo da parte dello scrittore. La ricerca però è quella di trovare se c’è e dove sta il punto in comune tra queste due solitudini. Più che una sfida nell’affrontare l’altro, perdere per vincere si rivelerà per ognuno di loro fondamentale. Intendo dire che per poter andare l’uno nel mondo dell’altra dovranno in qualche modo abbandonare il proprio. Esattamente come a volte succede nelle cose della vita, dell’amore e delle relazioni. In questi tre ambiti,  per conquistare quello che ci interessa davvero, bisogna abbandonare l’armatura che ci protegge e che però può diventare anche una grossa costrizione”.

“In ‘Diamoci del tu’ quanto si ride e quanto si riflette?”

“La nostra sfida di attori è quella di fare in modo che non ci sia interruzione tra l’uno e l’altro. Si può riflettere ridendo o sorridendo. e si può sorridere senza far rumore magari riflettendo. Questo però avviene in maniera estremamente armonica e anche abbastanza sorprendente. Ci si ritrova infatti  a sorridere o a riflettere di cose che potrebbero né far sorridere né tantomeno far riflettere. A volte si vede come i grandi misteri e le grandi tematiche della vita siano nascoste dietro alle piccole cose di ogni giorno. E forse, proprio accanto a una persona con la quale per 28 anni non ci si è scambiati che un ‘buongiorno’ o un ‘buonasera’ e che invece promette di poter diventare fondamentale nella tua vita”.