Il Teatro della Cooperativa propone dal 13 al 18 febbraio El Piperito, uno spettacolo musicale il cui filo conduttore è la comicità. Pezzi musicali ironici, divertenti e poetici si uniscono qui alla recitazione, sapientemente messa in atto da tre musicisti e un artista astrattista. Il quartetto intratterrà il pubblico con monologhi, canzoni, scambi comici, aneddoti, storie, esperienze e suggestioni che vedono al centro della scena il fantomatico e geniale Corrado Gutierrez, l’autore dei brani musicali. Un artista che non è passato agli annali della storia solo perché escluso per diverse ragioni, tutte riconducibili però alla discriminazione, al razzismo e al pregiudizio.
In scena troviamo l’autore Rafael Andres Didoni che canta accompagnato dalla propria chitarra; al contrabbasso e alle chitarre Max Pierini, al cajon Franco Rossi e al triangolo il regista dello spettacolo Giorgio Centamore, anche performer di una spettacolare danza astrattista.
Quattro domande a Rafael Andres Didoni con interventi di Giorgio Centamore
“Qual è l’intento di quest’opera?”
Rafael Andres Didoni: “E’ quello di trattare in modo simpatico e ironico la discriminazione, che a volte viene usata per non affrontare l’unicità del singolo, nel senso che è più facile accorpare la gente in insiemi per gestire meglio le persone e i ruoli”.
Giorgio Centamore: “Sul palco non lo spieghiamo in termini così forbiti: siamo quattro deficienti che cercano di snocciolare un principio con gag e situazioni divertenti, cercando di prendere ispirazione dallo stato mentale dell’ignoranza. E’ la maniera più diretta per arrivare alla gente”.
Rafael Andres Didoni: “E’ vero, però il centro di tutto è la discriminazione. Noi trattiamo l’argomento in maniera ironica e attribuiamo a un personaggio tutte le discriminazioni possibili e immaginabili. Chiaramente, dato che lui è un artista, tutti questi fattori discriminanti gli hanno impedito di diventare famoso e di passare alla storia. Quindi noi ci facciamo portavoci di un messaggio: quello che, pur non essendo tutti uguali, dobbiamo avere un profondo rispetto per ogni tipo di diversità. Lo facciamo usando Corrado Gutierrez come pretesto”.
Giorgio Centamore: “E’ un pretesto narrativo, ma portiamo in scena una serie di elementi fatti apposta per divertire”.
Rafael Andres Didoni: “Corrado Gutierrez è un personaggio sudamericano, ma se facessimo una serata a Bari o a Verona sarebbe barese o veronese. In scena eseguiamo sei o sette sue canzoni che ovviamente fanno parte del nostro repertorio, ma il gioco e la finzione ci permettono di ironizzare su tante questioni dolenti della nostra società”.
Giorgio Centamore: “Ci vendiamo come una boy band un po’attempata che ormai fa solo cover e che non è ancora matura per eseguire i propri brani. Detta così, è un’ottima scusa per raccontarsi fandonie”.
Rafael Andres Didoni: “Alla fine c’è anche un bel colpo di scena che non svelo. Però questa è la linea rossa che seguiamo per sviscerare una serie di questione in maniera simpatica. Non abbiate paura: non è niente di pesante, però il finale dà una chiave di lettura importante e vera”.
Giorgio Centamore: “E’ un finale che non smonta tutto quello che viene detto, ma lo trasforma”.
“E’ giusto dire che le barriere culturali sono pericolose perché figlie dell’ignoranza e della chiusura mentale?”
Rafael Andres Didoni: “Assolutamente sì, senza mezzi termini. Più si conosce e meno si ha paura, meno si ha paura e meno si giudica. E poi chi siamo noi per giudicare? Basta! Abbiamo tutti i nostri difetti, andiamo avanti per la nostra strada e continuiamo a fare del bene. E’ vero che non ci siamo scelti come coinquilini, ma noi e il mondo siamo fatti così, è andata in questo modo. Dobbiamo cercare di usare al meglio le nostre risorse, anche quelle umane”.
“Mi aiuti a spiegare al pubblico una frase di Corrado Gutierrez? Quando uno si prende i propri tempi, quando uno si prende i propri ritmi, quando uno è un uomo di parola, quell’uno non può che essere un cantautore”.
Rafael Andres Didoni: “Il cantautore fa proprio questo: decide un ritmo, sceglie i concetti in base alle sue parole preferite e seleziona i propri tempi musicali. Ogni brano ha un ritmo specifico e parole ben precise. Gutierrez gioca su questi tre attributi del cantautore. Quindi si rilassa, sceglie le espressioni giuste e segue il proprio ritmo. A volte ci impongono di imparare con schemi che non ci appartengono e ci costringono ad azioni che non ci trovano pronti e che ci sembrano più grandi di noi. Accettarsi di più aiuta a vivere meglio con se stessi e con gli altri. Sembra lo slogan di una pubblicità ma è così” (ride).
“E’ uno spettacolo che fa più ridere o più riflettere?”
Rafael Andres Didoni: “Fa più ridere, ma proprio perché nel momento in cui uno ride si apre, è anche più orientato a comprendere quello che in un primo momento risulta più nascosto. Magari la comprensione istantanea non è immediatamente successiva alla risata, però rimane una bella sensazione che porta a rileggere quello che è stato visto e sentito. Tutto questo porta un po’ di meraviglia, ma anche gli elementi per riflettere, forse anche per stupirsi, chissà…”
Giorgio Centamore: “La prima sensazione è quella del divertimento, però poi il pubblico si chiede se non volevamo dire dell’altro. E questo è già un bell’obiettivo raggiunto”.