Capita spesso di fare buoni propositi che però non vengono mai mantenuti. E quando ne parliamo contengono sempre la parola “domani”. Domani mi alzo presto; da domani inizio a studiare; domani finisco quel progetto lasciato a metà; domani mi iscrivo in palestra; domani mi metto a dieta.
Pigrizia o realtà da evitare?
Tre giovani adulti, un attore, una biologa e uno studente di psicologia, condividono lo stesso appartamento. Per loro è una settimana decisiva. Eppure sembrano impegnati a fare una sola cosa: rimandare al giorno dopo. Perdono giorni e notti infinite a guardare serie televisive pur di non affrontare la realtà.
Dal 13 al 15 gennaio Andrea Bellacicco, Eleonora Panizzo e Andrea Tonin portano in scena al Teatro Linguaggicreativi di Milano una scrittura condivisa tra loro tre, Michele Ruol e Lorenzo Maragoni (che ne è anche il regista). Per saperne di più, Teatro.Online ha intervistato Andrea Tonin, attore e co-autore dello spettacolo.
“Parlaci del tuo personaggio senza svelare troppo”.
“Io faccio uno studente di psicologia molto fuori corso. Come gli altri tre che programmano di portare a termine una scadenza entro il venerdì che sta per arrivare, anche lui si pone come obiettivo quello di preparare l’ultimo esame prima di laurearsi. E’ una persona che si distrae molto facilmente. Come tutti noi subisce il fascino del cellulare e delle notifiche che arrivano costantemente. Cerca di tenere sotto controllo questo demonio delle notifiche, ma con risultati insoddisfacenti. Come gli altri due è molto appassionato di serie tv e non si perde una puntata di una sit-com”.
“Rimandare qualcosa pur di non affrontare la realtà è in questo caso sinonimo di avere paura?”
“Indubbiamente. La paura di affrontare dei rischi e di confrontarsi con le proprie responsabilità è una delle cause alla base della procrastinazione e del passaggio a una vita adulta e più responsabile. Questo è esattamente quello che succede nel soggiorno dei nostri tre personaggi. Per motivi diversi si trovano tutti ad avere paura di fare il passo successivo”.
“Non c’entra un po’ anche la pigrizia?”
“Sì. La pigrizia è una scusante. In questo caso i protagonisti a volte si rifugiano nel fatto di essere pigri per non cercare una causa più profonda e non spiegare perché non cercano di portare a termine il proprio obiettivo. Un obiettivo che spostano più in là nel tempo nel raggiungimento di una perfezione abbastanza utopica”.
“E’ una caratteristica tipica della generazione di oggi o è sempre esistita?”
“Nell’epoca contemporanea la si nota di più e si riesce a definirla in maniera più sfaccettata. La pigrizia però è sempre esistita e non è certo nata con l’arrivo della tecnologia, dei device e degli smartphone. E’ semplicemente più presente nelle nostre vite. E’il pericolo ricorrente con cui bisogna confrontarsi più spesso”.