Valerio Binasco, nuovo direttore artistico del Teatro Stabile di Torino, torna a confrontarsi con un classico e sceglie Molière. Don Giovanni è uno dei personaggi più frequentati della letteratura: seduttore incallito, ateo e criminale, da Tirso de Molina fino a Wolfgang Amadeus Mozart ha attraversato la storia del pensiero occidentale.
Lo spettacolo è in scena al Piccolo Teatro Strehler di Milano fino al 10 febbraio. Diretto da Valerio Binasco, vede protagonisti Vittorio Camarota, Fabrizio Contri, Marta Cortellazzo Wiel, Lucio De Francesco, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti, Gianluca Gobbi, Fulvio Pepe, Sergio Romano e Ivan Zerbinati.
Intervista a Gianluca Gobbi
“Qual è il fascino di Don Giovanni?”
“Il fascino di Don Giovanni sta nel fatto che lui improvvisamente decide di non sedurre più l’umanità e le donne, ma di sedurre Dio. A un certo punto Molière gli fa cambiare gioco, gli fa fare una virata netta dal punto di vista umano, etico e morale. Il gioco della seduzione si tramuta quindi verso l’essere umano come qualcosa di scontato. Dunque non ha altri mezzi di dare una svolta al suo fascino. Sedurre la donna è un escamotage chiaro ed evidente che usa Molière per sedurre l’essere umano. Il gioco lo stufa e lui alza il tiro. Quindi comincia a puntare più in alto, tenta di sedurre Dio e ovviamente non ce la fa.”
“Ci parli un po’ del tuo personaggio?”
“Il mio personaggio altro non è che l’emblema massimo del fallito. E’ un servo testimone delle sue scempiaggini e che usa il potere che la famiglia gli ha dato in maniera estremamente elegante ed intelligente per mascherare il disagio da persona fallita qual è.”
“Perché il regista Valerio Binasco ha definito questo spettacolo una grande festa del racconto?”
“Non lo so, questo bisognerebbe chiederlo al regista.”
“E’ un classico intramontabile, secondo te?”
“E’ un classico, quindi è intramontabile per forza di cose. Non so per quante persone possa rimanere intramontabile. Tutto può essere superato, ma “Don Giovanni” rimarrà sempre una montagna sia per chi lo interpreta sia per chi lo affronta da regista. Non tutti lo trovano intramontabile, è anche un fatto di gusti.”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Edoardo Peri per la gentile collaborazione