Quando si pensa all’Eneide viene in mente il viaggio di Ulisse, ma per quanto le analogie siano molte, altrettante sono le differenze: Ulisse è spinto dal desiderio di tornare a casa, Enea di ricercare una casa. Tra video e rap, la scena è conquistata da due attori alle prese con uno dei poemi più complicati e contradditori della nostra cultura.
Al Teatro della Cooperativa
E intanto Enea è in scena al Teatro della Cooperativa fino al 31 marzo. Scritto e diretto da Tommaso Amadio e prodotto dal Teatro Filodrammatici, vede protagonisti Alessandro Savarese e Daniele Vagnozzi.
Intervista ad Alessandro Savarese
“Chi era veramente Enea?”
“Enea era principlamente una persona. Questa per noi dello spettacolo è la cosa principale: vedere attraverso il mito e non partire solamente da quello, ma chiederci chi sarebbe Enea, perché se guardiamo solo con gli occhi di oggi una persona di 2000 anni fa, è un eroe leggendario. Se cerchiamo di contestualizzarlo oggi, è una persona che ha tanti problemi da risolvere. Ha molto poco tempo per farlo perché ha tutte le persone sulle sue spalle. Quindi ha questa grossa responsabilità. Lo spettacolo vuole provare a metterci nelle circostanze, nelle situazioni in cui si trova Enea e chiederci al suo posto cosa faremmo.”
“Quali sono le analogie tra Eneide e Odissea?”
“Le analogie sono molte soprattutto per quanto riguarda la prima parte dell‘Eneide e i primi tre libri che sono quelli che noi andiamo a toccare con lo spettacolo. Sono entrambi due poemi e la cosa che li accouna è il tema del viaggio, dell’esule che non riesce a trovare una casa. La differenza è che Ulisse sa dove deve andare ed Enea no. Ulisse sa che deve tornare a Itaca, in un luogo, in una casa.
Enea la sta cercando, sta cercando di crearla e di trovarla. Deve trovare il paese di Esperia, dove il Tevere scorre placido tra i campi fecondi degli uomini. Non sa cosa sia il Tevere e cosa sia questo paese di Esperia, quindi l’unica cosa che può fare è andare in giro e cercare in ogni filo d’erba e in ogni passo che fa un segno che quella sia la sua casa, la famosa e luminosa casa che gli è stata promessa dalla madre.”
“Perché si tratta di due poemi contraddittori?”
“Io trovo che siano due poemi accomunati dalla carenza di un luogo in cui poter andare. Ulisse non si può mai rilassare. Se si rilassa, è il destino a ricordargli che sta sbagliando. Quando riesce a trovare in Circe una casa, è un inganno e la stessa cosa avviene anche ad Enea, quando si rilassa e pensa che Didone possa essere la sua futura casa, ma quel posto è maledetto per loro.”
“In che cosa stanno l’attualità e l’universalità di questi due poemi?”
“Per me sono simili proprio nel loro parlare di una persona. Oggi ci viene costantemente ricordato che ci sono persone dall’altra parte del Mediterraneo che tentano un viaggio che può essere un’odissea.Quella che fa Enea nei primi sei libri prima di arrivare in Italia è un’odissea per trovare una casa e una casa è un posto dove ci si può rilassare e dove non c’è il pericolo di essere ucciso ogni mattina quando ci si sveglia.
Questo è quello che stanno facendo le persone che partono dall’altra parte del Mediterraneo e che vengono a cercare in questo senso una casa, non in Italia ma in Europa: un porto sicuro, aperto e sicuro. In questo sta la loro attualità ed è proprio il punto da cui partiamo nello spettacolo. Ci chiediamo se è attuale raccontare una storia che ha più di 2000 anni o se invece è una storia vecchia e decrepita e se ne potrebbero raccontare delle altre. Non diamo la risposta nello spettacolo ma la cerchiamo insieme al pubblico.”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringraziano Antonietta Magli e Bianca Villa per il supporto professionale