Nella compagnia degli ultimi e dei reietti è rimasto solo il Capocomico, lo “Scarrozzante” ad interpretare tutti i personaggi della tragedia di Edipo. Con Edipus, Giovanni Testori completa la sua trilogia teatrale che ha come protagonisti personaggi presi dai classici. Atrraverso la voce dell’unico protagonista della tragedia, Testori lancia la sua sfida luciferina pur sapendo che dopo di ciò resterà solo il silenzio.
Al Teatro Out Off
Edipus di Giovanni Testori è in scena al Teatro Out Off di Milano fino al 19 aprile con la scrittura di scena, la regia e l’interpretazione di Roberto Trifirò.
Quattro domande a Roberto Trifirò
“Qual è il ruolo del Capocomico?”
“Il Capocomico, lo Scarrozzante rimane da solo perché viene abbandonato da sua moglie che recitava la parte di Giocasta. Lui è il primo attor vegio che recitava la parte di Laio, va in una compagnia di travestiti e rimane solo. E’ profondamente solo e vede questo con malessere profondo o un rancore mediato da un’ironia e da un sarcasmo testoriano. Lo Scarrozzzante è anche la metafora di un certo tipo di teatro che volge al termine, un teatro popolare e povero. Si parla della metà degli anni settanta. Finisce qualcosa di genuino con questo tipo di teatro, che può anche essere portato ai giorni nostri. Questa è la figura dolente dello Scarrozzante.”
“Perché è rimasto solo lui?”
“Perché i suoi compagni di ditta lo hanno abbandonato. Infatti alla fine del testo quando saluta, dice di essere rimasto l’ultimo e di salutare tutti per adesso e per sempre, come se questa compagnia chiudesse e come se fosse un canto del cigno. E’ un momento testoriano di grande inquietudine, come se cercasse una via che non riesce a trovare. C’è anche questo nel testo, sempre con l’altra faccia della medaglia che è l’ironia, perché è sempre pervaso dall’ironia, però c’è anche questo.
Ci sono tanti piani dove trovare un medium per unirli. C’è l’ironia, c’è il dolore, c’è un linguaggio inventato, c’è il grammelot, un lombardo-veneto-francese. Lo Scarrozzante è una persona costretta a recitare, perché lui non vuole recitare tutte le parti, è costretto a farlo perché lo hanno lasciato solo. Nelle altre edizioni sembra quasi normale che lui faccia tutte le parti.. Lo fa perché lo hanno costretto, è il testo che lo dice.”
“In che modo quest’opera da letteraria si fa politica?”
“Penso che Edipus sia politico perché può essere una sorta di anarchico vendicatore, perché a differenza dell’Edipus di Sofocle che fa quello che fa ma viene traumatizzato da quello che scopre, qui invece l‘Edipus è un vendicatore lucido che uccide il padre sodomizzandolo ed evirandolo lucidamente e poi ha un rapporto con la madre, senza nessun senso di colpa e nessun trauma. E’ un anarchico che alla fine vagheggia la libertà e cerca un luogo dove far rifiorire dei sentimenti puri. Di politico c’è poco, è un’opera di carne, ossa e sangue. L’usurpatore e il laio sono una presa in giro di qualcuno che può essere un dittatore di sinistra.”
“Con chi e con che cosa si indigna Testori?”
“Con un conformismo che cerca di rompere. Ci riesce, perché è un grande ma a mio parere è uno dei mali di adesso. C’è tantissimo conformismo travestito da anticonformismo.”
- Intervista di Andrea Simone
- Si ringrazia Roberto Traverso per il supporto professionale