Alessia Fabiani & Claudio Zarlocchi, “Una stanza al buio”

Una garçonnière si trasforma in scena del crimine, ma un uomo e una donna, per nulla intimoriti, o forse galvanizzati proprio dal macabro e dal proibito, nonostante le indagini in corso, vi si danno appuntamento per un incontro piccante. Alla presenza, ingombrante, della sagoma del cadavere del padrone di casa…

L’intervista video a Claudio Zarlocchi ed Alessia Fabiani

Una stanza al buio è in scena al Teatro Martinitt di Milano fino al 20 febbraio. Scritto da Giuseppe Manfridi e diretto da Francesco Branchetti, lo spettacolo ha un cast formato solo ed esclusivamente da Alessia Fabiani e Claudio Zarlocchi.

Immagini del canale Youtube “Alessia Fabiani”

Intervista ai due protagonisti

In questo spettacolo ci sono tutti gli elementi del giallo e del noir. Manca però un po’ il lato della commedia, giusto?

Claudio Zarlocchi: Diciamo che abbiamo dato più importanza allo snodo drammaturgico. E’ una storia estremamente intricata, dato che Giuseppe Manfridi è un autore così eccezionale nella sua capacità di scrittura e nel creare un colpo di scena dopo l’altro. Lo è a tal punto da aver scritto un trattato: “Anatomia del colpo di scena” in cui ci spiega come preparare le situazioni. Noi abbiamo preferito creare un’atmosfera di suspense piuttosto che un’aria giocosa, anche se il mio personaggio è simpatico per le sue sfortune e le sue disgrazie!

Quanto è forte la presenza dei colpi di scena, intendo quelli che fanno sobbalzare gli spettatori sulla poltrona?

Alessia Fabiani: In questa drammaturgia sono la cosa fondamentale. Con la suspense e i giri di parole già nella battuta infatti, ci sono un’attesa e un ritmo dati da Claudio e da me con in nostri personaggi, che sono una sorta di ticchettio: un ticchettio che ci riporta all’orologio, che ci riporta al tempo e ai colpi di scena che stanno per accadere. Anche a una bomba a orologeria!

I due personaggi sono tra loro completamente diversi. In che cosa lo sono?

Claudio Zarlocchi: In modo totale! Il mio è insicuro, un uomo piccolo, un sognatore che avrebbe voluto tutt’altro dalla vita: il suo desiderio era fare lo scultore e invece si ritrova semplicemente a gestire un condominio. E’ perdutamente innamorato delle donne e ne è succube. Vede arrivare la presenza incredibilmente forte di Charlotte, il personaggio interpretato da Alessia, e ne rimane affascinato in maniera anche un po’morbosa. Ha il desiderio di essere un po’ dominato ma anche di dire che è lui a comandare.

Alessia Fabiani: Charlotte è invece una dominatrice, una donna di una sensualità disarmante ed è proprio questa la sua arma! La parola chiave del testo di Manfridi è “il plagio” e lei schiaccia, plagia, quest’omino perché vuole girare la situazione a proprio favore.

Alessia, nel vedere lo spettacolo ho avuto l’impressione che il tuo personaggio – almeno all’inizio – fosse un po’ ispirato a Roberta Bruzzone. Mi sbaglio?

Alessia Fabiani: Potrebbe esserlo e di questo sono molto contenta! Perché senza accorgermene ho fatto vedere qualcosa che invece io non avevo dato al personaggio! Potrebbe quindi essere una critica positiva per aver impersonato una criminologa. Se l’ho fatto è stato involontario, ma adesso che me lo hai detto, ci penserò. In questo modo, d’ora in avanti avrò apportato e apporterò qualcosa in più!

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Federica Zanini per la collaborazione
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