Dario Fo e Franca Rame hanno scritto Coppia aperta, quasi spalancata negli anni ’90, ma sono forti i riferimenti storici al periodo in cui l’Italia, grazie ai movimenti di contestazione e a quello femminista, attraversava grandi cambiamenti: venivano approvate le leggi sul divorzio, sull’aborto e sull’annullamento del delitto d’onore. Oggi il loro testo è tutt’altro che superato, anche perché secoli di repressione e di machismo non spariscono in un attimo e le conquiste civili vanno sempre difese. Mettere in scena oggi questo spettacolo significa non solo ricordare Franca Rame, una donna straordinaria che ha pagato fino in fondo le sue scelte, ma anche rendere omaggio alla sua intelligenza e al suo talento.
Coppia aperta, quasi spalancata è in scena al Teatro della Cooperativa di Milano fino al 14 novembre. Diretto da Renato Sarti, lo spettacolo vede protagonisti Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno.
A tu per tu con Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno
Alessandra, quali sono le dinamiche della coppia protagonista?
Alessandra Faiella: Quelle eterne del rapporto tra una donna tradita e un uomo che la tradisce ripetutamente. Nel momento in cui però lei riesce a liberarsi, a lasciarlo e ad avere un’altra relazione, lui va fuori di testa. Quindi è un classico, un evergreen, che non modifica nel tempo il testo, purtroppo ancora oggi strettamente attuale.
Valerio, quali sono le caratteristiche del tuo personaggio, a parte essere un traditore seriale?
Valerio Bongiorno: Credo l’infantilismo, perché trova scuse, si appoggia sempre a qualcosa che dovrebbe giustificare in qualche modo le sue azioni. Sostanzialmente è davvero un bambino. Cretino però, perché i bambini a volte sono molto meglio degli adulti: fingono di meno. Magari giocano, però nel gioco sono anche molto più veri. ll mio personaggio invece è un poveraccio.
Alessandra, ti hanno definito “una delle regine del far ridere facendo pensare”. Che cosa ti piace e che cosa invece non ami del tuo personaggio?
Alessandra Faiella: Antonia mi piace perché è una donna forte, anche se inizialmente è vittima di una manipolazione, perché suo marito appartiene alla categoria dei narcisisti e dei manipolatori. Non si fa scrupoli né a ingannare né a mentire per raggiungere i propri obiettivi. A un certo punto, però, lei riesce a liberarsi da questo gioco psicologico, a ribellarsi, e lo fa fino in fondo. Secondo me, quindi, è un grande messaggio per tutte le donne che vorrebbero disfarsi di soggetti simili senza riuscirci. Dunque questo spettacolo può essere una spinta a trovare il coraggio di prendere in mano la propria vita.
Antonia era interpretata da Franca Rame. Non ha caso ha inventato e scelto lei questo carattere. Quindi per me è anche un onore interpretare un personaggio portato sulla scena da una grande attrice e da una grande donna.
Non mi piace, invece, il fatto che Antonia sia rimasta invischiata per tanto tempo in una storia simile. Io l’avrei troncata molto prima. anche se non c’è alcun giudizio da parte mia. Giustamente è anche un personaggio diverso da me e per un’attrice è una sfida interpretare personaggi che non aderiscono completamente alla propria personalità. Nella sua diversità, ammiro la presa di posizione di Antonia, magari tardiva, che però arriva comunque.
Si dice che nella finzione si interpretino meglio i personaggi opposti al proprio carattere…
Alessandra Faiella: Sì. Il testo mi dà agio di liberare tutta la mia vis comica. Sono quindi grata ad Antonia, perché è estremamente divertente. E’ però anche una donna forte. Quindi, per certi versi, ci sono aspetti che mi corrispondono e per altri meno. In ogni caso è un personaggio – come quello di Valerio – che ci dà la possibilità di giocare in scena.
Lo spettacolo è una farsa, dove però c’è un momento molto drammatico che Renato Sarti ha voluto tenere. Lo ha fatto per mettere in rilievo che queste situazioni sono divertenti, farsesche e buffe, ma nascondono un dramma. E’ un’unica scena, ma è molto esemplificativa di qualcosa che può andare oltre.
- Intervista video di Andrea Simone
- Foto di Marina Alessi
- Si ringrazia Giulia Tatulli per la collaborazione
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