GIANFILIPPO MARIA FALSINA LAMBERTI, “MILANO CITTÀ DEL DIAVOLO”

Milano, dicembre 1630: mentre la peste si diffondeva e nonostante il marchese Ludovico Acerbi fosse morto da molti anni, in molti sostenevano di sentir riecheggiare nella notte la musica dei banchetti fuori dal suo palazzo o di essere stati quasi travolti dalla sua carrozza, disposti non solo a giurare che quell’uomo fosse vivo, ma che fosse il diavolo!

Milano città del diavolo è in scena al Teatro Arsenale di Milano il 14 e il 15 dicembre. Lo spettacolo è stato scritto ed è diretto da Gianfilippo Maria Falsina Lamberti e vede protagonisti Lorenzo Andrea Paolo Balducci, Michelangiola Barbieri Torriani, Christian Fonnesu e Mattia Maffezzoli.

Parla Gianfilippo Maria Falsina Lamberti

Chi era veramente il marchese Ludovico Acerbi?

Di fatto era un dignitario spagnolo. Si doveva occupare di mantenere ordine nella città di Milano, cosa che gli aveva creato molti nemici quando era in vita, al punto che, dopo la sua morte, iniziò a girare una leggenda, una storia nera su di lui, sul fatto che in realtà fosse il diavolo e che fosse ancora vivo. Inoltre le sue abitudini non lo avevano molto aiutato, dato che in un periodo di povertà in cui Milano era sconvolta dalla peste, lui era solito tenere una serie di festini. Quindi c’era anche questa sorta di rivalsa sociale nei suoi confronti, cosa che di certo non giovò alla sua leggenda.

Che cos’è esattamente il Grand Guignol?

Possiamo definirlo come il padre teatrale del cinema horror, per quanto in realtà in origine le due cose fossero molto differenti, soprattutto per i film horror a cui siamo abituati in epoca più contemporanea. Nasce da un’idea di Oscar Méténier, un cronista della polizia, che trascriveva sulla scena del crimine i fatti di cronaca nera, che venivano diffusi all’epoca attraverso i giornaletti sensazionalistici, les faits divers, concentrati sulla trasposizione dei fatti di cronaca nera. Lui vide un vero e proprio potenziale drammaturgico in questi fatti, decidendo di portarli in scena. Il pubblico amava talmente tanto questa tipologia di storie che il genere andò di gran moda. Venne esportato in Inghilterra, in Italia e si sviluppò da fatti di cronaca nera portati in teatro a storie gotiche, fino ad arrivare poi al grand guignol degli effetti speciali, quello più splatter, che è anche quello più noto. Nel nostro caso noi parliamo di un grand guignol più vicino a quello delle origini.

Quanto viene raccontato in questo spettacolo della storia della città di Milano?

Noi percorriamo la storia della città di Milano dalle proprie origini leggendarie, con la storia di Uberto Visconti e la nascita della famiglia Visconti che narra del drago Tarantasio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Lo facciamo creando vari quadri all’interno della storia. Avremo l’epoca di Sant’Ambrogio, delle corti, gli anni Cinquanta. La cornice è una sorta di fil rouge che collega la leggenda di Ludovico Acerbi con i giorni nostri.

Che rapporto c’è tra il Diavolo e Milano?

Il diavolo è di fatto una figura ricorrente nella storia della città. Noi lo abbiamo sempre presente sotto vari simboli e riferimenti: dal biscione della famiglia Visconti, che rimanda al Leviatano, fino ad arrivare al Duomo, la chiesa con il maggior numero di statue demoniache che sia mai stata costruita. Possiamo continuare a trovare questi riferimenti anche nello sviluppo di tutte quelle aziende che hanno fatto grande Milano, ma che hanno utilizzato questo tipo di simboli nella storia. Quindi è una presenza non propriamente invisibile, è un’ombra che si stende sulla città.

  • Intervista video di Andrea Simone
  • Si ringrazia Giovanni di Piano per la collaborazione
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